«Il presidente Lav, Gianluca Felicetti, dedica al SIVeMP Veneto e a me personalmente gran parte di un suo intervento sul soccorso agli animali incidentati. Lo apprendiamo da altri che ce lo hanno segnalato. Non nascondiamo il nostro stupore per essere diventati, nostro malgrado, il bersaglio del presidente Lav (con affermazioni livorose e gravissime) su un tema come questo e solo per aver segnalato oggettive difficoltà operative nella piena applicazione delle nuove norme del codice della strada.
Qualche premessa indispensabile perché non serve a nulla confondere le idee e le acque. Lasciamo la demagogia e i toni insultanti ad altri. A noi interessa poter dare servizi di qualità.
Le richieste di intervento per il soccorso agli animali sono aumentate dopo l’entrata in vigore del nuovo codice. Questo è un dato di fatto, non una nostra invenzione. D’altro canto si tratta di un risultato prevedibile visto che è stato introdotto un obbligo che prima non c’era. Previsione che avrebbe dovuto fare prima di tutto il legislatore. Questo al di là di qualsiasi condivisibile dichiarazione d’intenti sui principi ispiratori della nuova norma. Negare i problemi non ha mai aiutato a risolverli.
Per rispondere a questa aumentata richiesta i veterinari di medicina pubblica fanno fino in fondo il loro dovere, prestando soccorso notte e giorno quando arrivano le richieste. Sia chiaro: l’abbiamo sempre fatto, anche e ben oltre la legge, i Lea e lo stesso codice deontologico! Altro che polvere sotto i tappeti o telefonate a vuoto! Ma l’attuazione delle nuove norme non si ferma al soccorso in strada dell’animale: il problema oggi è dare un servizio organizzato che ha dei costi, in un momento di recessione in cui vengono ridotte le risorse. Questo è l’importante per noi, al di fuori di polemiche che ci sembrano davvero sterili. E al di là anche di eventuali interessi economici che riguardano altri in questa vicenda.
Per questo riteniamo che oggi non ci sia bisogno di una norma ambigua, ma che serva invece un chiaro sforzo del Governo in termini di risorse e di applicazione. A partire dall’istituzione di un numero unico di attivazione, un 118 Veterinario, un sistema di soccorso dove sapremo mettere la nostra competenza organizzativa, ma per cui vanno trovate le risorse necessarie.
È questo il contesto in cui abbiamo fatto presenti le difficoltà operative. E chiesto il modo per superarle offrendo di mettere a disposizione le nostre competenze. Per far funzionare al meglio e concretamente la legge. Tutto avremmo pensato quando abbiamo chiesto i mezzi per farlo, tranne che questo proposito non fosse condiviso da chi aveva fatto “pressioni” per la sua approvazione.
Quando facciamo presente che non ci sono le strutture per dare compiutamente risposta a tutte le richieste che arrivano lo facciamo anche nell’interesse degli animali. E stupisce che Felicetti non se ne renda conto.
Non vogliamo essere pagati di più! Forse il presidente della Lav confonde i veterinari del servizio pubblico con qualcun altro. Possiamo e vogliamo, invece, questo sì, sollevare il problema dei tagli ai servizi pubblici e della necessità di nuove assunzioni e organici adeguati ai compiti. Se le strutture non ci sono non ce le possiamo inventare nel tempo che serve a prestare soccorso a un animale ferito.
Felicetti, evidentemente, non conosce la realtà dei servizi veterinari veneti, qualificati ma cronicamente sottodimensionati rispetto anche a quelli delle altre regioni: 350 dipendenti più 70 convenzionati (oggi a rischio dimezzamento), contro numeri doppi delle altre realtà regionali (le forniremo volentieri i dati che sono stati, peraltro, pubblicati con rilievo, anche sul Sole 24 Ore NordEst). Ma soprattutto sottodimensionati rispetto ai compiti da assolvere. Il Veneto è una delle regioni leader dell’agroalimentare, con quello che questo comporta in termini di controllo su allevamenti e strutture produttive. Anche la sicurezza alimentare è un compito della veterinaria pubblica!
Da tempo abbiamo sollevato, in tutte le sedi, istituzionali e no, queste questioni. Non certo da oggi. I problemi non sono nati il 13 agosto, per carità. E chi l’ha mai pensato? Il dettato dalle nuove norme del codice è solo una dei tanti compiti che siamo chiamati ad assolvere. E che chiediamo di assolvere al meglio. E anche qui stupisce che il presidente Lav non condivida questo proposito.
Le nostre battaglie per trovare le soluzioni utili a rendere sempre più efficace la sanità pubblica veterinaria sono lì a testimoniarlo. Dispiace che Felicetti non le abbia seguite con lo stessa partecipazione che riserva alla vita di altre associazioni. Ma questo non può diventare un problema nostro. Forse, ci permettiamo di far notare, ci vorrebbe da parte di tutti l’umiltà di imparare a conoscere le iniziative e l’operato degli altri prima di parlare.
Una cosa ci sentiamo di chiedere al presidente Lav: non si rivolga a noi ma al ministro e al sottosegretario competente chiedendo anche lui, insieme a noi, più risorse e più strutture per la sanità pubblica veterinaria
Un’ultima osservazione: non serve insegnarci il nostro codice deontologico. Lo conosciamo bene. E la salute pubblica viene per noi, veterinari del Servizio sanitario nazionale, sempre al primo posto».
Il segretario SIVeMP Veneto
Roberto Poggiani