Nell’impari lotta fra gli umani e lo smog, ai cittadini è chiesto di sopportare qualche sacrificio, per esempio abbassando la temperatura di case e fabbriche rispettivamente a 18 e 17 gradi (con un massimo di due di tolleranza), com’è stato deciso a Venezia. Ma cosa succede quando è l’ente pubblico a trasgredire alle regole imposte ai comuni mortali? Accade quello che si è visto ieri a palazzo Ferro Fini: termostati posizionati oltre i 24 gradi e finestre aperte, al punto da scatenare la provocazione del Movimento 5 Stelle, i cui consiglieri sono entrati in aula indossando tute bianche e mascherine anti-inquinamento.
La scenetta è stata accolta dal Carroccio con sarcasmo. «Mi pare che Carnevale sia stato anticipato», ha detto al microfono il presidente Roberto Ciambetti. «I Cinque Stelle vestiti da fermenti lattici», ha twittato il capogruppo Nicola Finco, dopo un polemico applauso. L’ultima seduta dell’anno era ormai finita, sicché non c’è stato bisogno dell’intervento dei commessi, a cui peraltro in quei concitati frangenti sarebbe stato ordinato di verificare piuttosto che i termoregolatori sparsi per il Palazzo venissero subitaneamente abbassati. Ma a quell’ora i pentastellati avevano già accompagnato le telecamere a documentare la violazione dell’ordinanza municipale, annunciando un progetto di legge che contemplerà incentivi per l’efficientamento energetico, biglietto unico per tutto il Veneto ed azzeramento dei sussidi all’industria petrolifera. Perciò al presidente Ciambetti non è rimasta che la difesa d’ufficio: «Mi appello al buon senso. In un edificio storico com’è questo, caratterizzato da portoni che si aprono e si chiudono di continuo e da un’imponente tromba delle scale che convoglia il calore al quarto piano, è un po’ difficile standardizzare la temperatura. Ad ogni modo stiamo lavorando ad un nuovo appalto che accorpi la gestione di riscaldamento, elettricità e manutenzioni, in modo da ottimizzare i servizi». L’emergenza però è adesso, così Ca’ Farsetti ha rinnovato la sua raccomandazione, seppure escludendo controlli a Ferro Fini: «Di fronte ad un problema grave qual è l’inquinamento, tutti dovrebbero avere la responsabilità etica di rispettare le prescrizioni», ha fatto sapere Massimiliano De Martin, assessore comunale all’Ambiente.
In quanto rappresentante di un grande centro urbano, anche lui stamattina alle 11.30 parteciperà a Roma al vertice convocato dal ministro Gian Luca Galletti, a cui l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin prenderà parte in videoconferenza dal Balbi («nel mio ufficio la temperatura è a 16 gradi», ha tenuto a precisare), dove alle 14 si terrà il confronto con le Province e i Comuni capoluogo. In vista del doppio incontro, il Partito Democratico attacca il governatore Luca Zaia. «Pensa solo a fare da scaricabarile delle responsabilità e non fa nulla per coordinare e programmare interventi che siano davvero efficaci», sbotta il consigliere regionale Andrea Zanoni. «Ha un bel coraggio ad attaccare il governo nazionale sulle politiche ambientali, pur essendo il governatore di una Regione in cui di politiche a favore dell’ambiente non se ne vedono da decenni», rincara la senatrice Laura Puppato. Ma il leghista Francesco Calzavara, presidente della commissione Ambiente, assicura che l’atteso piano aria sarà mandato in aula «entro gennaio o febbraio». E per allora, avrà pur piovuto, o no?
Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 30 dicembre 2015