Durante l’incontro a Palazzo Chigi per la firma del protocollo d’intesa “Diamo credito all’agroalimentare ita-liano”, tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo, il Presidente del Consiglio ha annunciato un cambio di nome per il dicastero guidato da Maurizio Martina che diventerà ministero dell’Agroalimentare. “Non vogliamo nemmeno ipotizzare – ha dichiarato il Segretario Nazionale dei Veterinari di Medicina pubblica Aldo Grasselli – che al mutamento della denominazione possa fare seguito anche un’attribuzione di competenze che devono restare al loro posto. Siamo certi che il premier Matteo Renzi non sarà così incauto o mal consigliato da immaginare di togliere al ministero della Salute e alle Regioni la direzione dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, della sicurezza alimentare e della sanità pubblica veterinaria. Si tratta di una perplessità sollevata anche da Federalimentare – che ringraziamo per la tempestività dell’intervento e delle dichiarazioni rilasciate – che attraverso il suo Presidente, Luigi Scordamaglia, ha invitato a “evitare qualsiasi fuga in avanti che rimetta in discussione competenze”.
“Citando come esempio competenze come la sicurezza alimentare e i servizi veterinari che fanno capo al ministero della Salute e che non possono essere collocate altrove. La sanità pubblica veterinaria e la sicurezza alimentare – ha ribadito Grasselli – sono funzioni sanitarie di al-to contenuto professionale sanitario, ineludibili per reggere le sfide dei mercati internazionali. Solo mantenendo il nostro modello di autonomia che è un modello cui si sono adeguati progressivamente gli altri paesi europei e la stessa UE e il nostro livello di garanzie l’Italia potrà conservare il suo prestigio internazionale nel settore agroalimentare.
I medici veterinari pubblici italiani, insieme ai medici igienisti e ad altre professionalità sanitarie fanno par-te di una Sistema nazionale di Prevenzione improntato alla “One Health” tra i più evoluti ed efficaci d’Europa e rappresenta un asset di rilievo per l’esportazione internazionale delle nostre produzioni alimentari.
Come dice Renzi: “In Italia l’agricoltura e l’agroalimentare non sono il passato del Paese ma la pagina più bella che scriveremo”. Siamo d’accordo con lui – ha concluso Grasselli – e siamo convinti che il Presidente del Consiglio non intenda avviare traslochi, ma ad ogni buon conto desideriamo ricordare al premier che la conquista del prestigio del nostro cibo non è data solo dal pregio dei nostri cuochi o dal “markerting eata-liano”, ma da concreti contenuti di qualità e salubrità delle materie prime che si ottengono con una tutela attenta dell’ambiente, con il benessere animale e con il monitoraggio sanitario costante dei rischi di conta-minazione batteriologica e chimica delle derrate alimentari. E proprio a questo servono i veterinari di medicina pubblica che lavorano nel Servizio sanitario nazionale, negli Assessorati alla sanità, negli Istituti Zooprofilattici sperimentali, nell’Istituto Superiore di Sanità e nel Ministero della salute. I medici veterinari pubblici sono pronti a dare il loro contributo proattivo al settore agroalimentare italiano ma dichiarano fermamente che non vogliono essere collocati al di fuori della sanità pubblica!”
Continua a leggere sul sito Sivemp – 14 gennaio 2016
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