Il Corriere del Veneto. Profeta, forse inconsapevole, è stato il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, che già ieri mattina ha dichiarato: «Contro gli assembramenti sono pronto a ritirare tutte le autorizzazioni ai plateatici». Ecco, dalle indiscrezioni filtrate ieri, le tre ordinanze di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna potrebbero prevedere proprio questa misura: l’eliminazione dei plateatici: si consuma solo all’interno dei locali e seduti. Non il massimo per i pubblici esercizi già alle prese con le chiusure serali alle 18 ma un tentativo in extremis di salvarli dalla chiusura tout court prevista, ad esempio, con il passaggio in fascia arancione.
La «triplice ordinanza» contro gli assembramenti che nell’ultimo week end sono stati eclatanti pare potrebbe colmare anche il vuoto normativo che ha consentito all’outlet di Noventa di Piave o all’Ikea di Padova di tenere aperto. Si passerebbe alla chiusura nei fine settimana di tutte le superfici commerciali di media e grande dimensione. Tema negozi, si andrebbe verso la chiusura di quelli non essenziali solo la domenica. In più, ci sarebbe una calorosa raccomandazione, non un obbligo, per favorire l’accesso degli over 65 agli esercizi commerciali nella prima ora della giornata. Dalla riunione di due giorni fa fra Regione e sindaci dei comuni capoluogo, però, era emerso un altro provvedimento: il divieto di spostamento fra comuni nel fine settimana che è rimasta in bilico fino all’ultimo. Gli stessi sindaci, alle prese ieri con le riunioni Cosp (Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ndr ), si ritrovano ad attendere di capire quale sarà la versione finale dell’ordinanza. La risposta arriverà con certezza oggi. Ieri pomeriggio i tre presidenti di regione Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Stefano Bonaccini hanno lavorato a lungo insieme. «L’ordinanza entrerà in vigore alla mezzanotte di giovedì- spiega Zaia – e parlerà di assembramenti e di regole a chi non se le è fatte ancora entrare in testa. Le ordinanze per Veneto, Friuli ed Emilia saranno diverse ma in linea come principio». Non manca una stoccatina al premier Giuseppe Conte: «La supremazia nazionale nominata da Conte? Le Regioni sono sempre state al fianco del Governo. È una clausola che ci sta solo in un Paese federale come la Germania».
Intanto, i sindaci si portano avanti. In prima linea c’è Verona che già sabato scorso aveva predisposto sensi unici pedonali ma che ora mette in strada le transenne a «filtrare» il flusso di persone nel quadrilatero del centro città. Provvedimenti soggetti, ovviamente, alla «ratifica» di questore e prefetto. A Belluno il sindaco Jacopo Massaro propone che nei supermercati ci vada nuovamente una sola persona per famiglia mentre a Vicenza la fascia oraria dei controlli sarà anticipata alle 15 anziché alle 18 com’è stato fin’ora. A Treviso il sindaco Mario Conte attende l’ordinanza regionale per poi declinarla su basi cittadine. A Padova per ora nessuna chiusura, solo una stretta su controlli e multe in base a un piano specifico concordato fra prefettura e questura. A Venezia resta la grande incognita delle celebrazioni per la Madonna della Salute, il 21 novembre. A rischio ponte votivo e celebrazioni. Si è tornati, insomma, a ragionare di divieti nonostante gli appelli reiterati. L’ultimo, di Zaia, ieri: «Ai cittadini dico: torniamo allo spirito di marzo». Eppure l’ordinanza è in dirittura d’arrivo. «Nessuno ci ha obbligato a farla – sottolinea Zaia – nasce perché dopo aver visto le foto dell’ultimo fine settimana e dopo la montagna di segnalazioni non si poteva non agire».
Nel frattempo, dal Viminale, arrivano man mano alle prefetture indicazioni su come alzare la pressione dei controlli, incluso l’utilizzo dei militari di «Strade sicure». Il sottosegretario del ministero dell’Interno, il vicentino Achille Variati, ha spiegato ieri a Radio 24: «Il Viminale vuole aiutare i sindaci attraverso i prefetti a prendere delle decisioni per evitare gli assembramenti dopo le immagini dell’ultimo weekend, un patto di collaborazione tra lo Stato e i sindaci perché si prendano decisioni locali nei comitati di sicurezza pubblica per delle strette nel fine settimane. Lo Stato darà una mano ai sindaci affinché le loro ordinanze vengano rispettate. Non è facile per un sindaco prendere decisioni impopolari ma se c’è di mezzo la salute collettiva non ci devono essere esitazioni». Tanto più che, annuncia Variati, «se necessario aumenteremo la presenza dell’esercito».