Napoli, 17 dicembre (Apcom) – I sindacati medici uniti protestano contro la manovra finanziaria di riordino del sistema sanitario regionale in Campania: una misura che, secondo Anpo-Ascoti-Fials; Cimo-Asmd; Fvm; Fassid (Snr-Aaipac); Fesmed (Acoi-Aogoi-Sedi-Sumi); Anaao, grava eccessivamente sugli ospedali pubblici e lascia, invece, intatti i privilegi delle strutture universitarie e private. In una nota congiunta indirizzata al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e al sub commissario per il piano di rientro, Giuseppe Zuccatelli, i sindacati esprimono “forti critiche” nei confronti dei protocolli d’intesa appena firmati fra Regione, Policlinico Federico II di Napoli e Seconda Università degli Studi di Napoli.
“Non è accettabile che, mentre prospetta ai medici ospedalieri uno scenario drammatico, la Giunta conceda a queste due strutture condizioni di assoluto favore. Un passo del genere, al di fuori di logica e leggi, viola ogni principio di equità riservando al solo personale ospedaliero il danno di una manovra che non ha nemmeno sfiorato il sistema universitario (e quello della sanità privata). Appare anche del tutto evidente, dalle date, che tali Protocolli – evidenziano le sigle sindacali – risultino deliberati oltre un mese prima della strategia generale di riordino ospedaliero, che non interviene né sui Policlinici universitari, né sul privato accreditato: eppure gli stessi attingono dal medesimo fondo carente della sanità campana”.
“Il piano messo in atto dalla Giunta chiama i medici ospedalieri ad ulteriori sacrifici in termini di prospettive di carriera, peggioramento delle condizioni di lavoro, violazioni contrattuali, mancata valorizzazione economica di un’attività che continua a rappresentare, anche in un calo continuo di risorse dedicate, la spina dorsale del sistema. Né appare chiaro – aggiungono – perché in un sistema duale in cui l’Università accampa diritti nell’attribuzione e gestione delle risorse e condivide l’individuazione degli obiettivi sia il solo servizio sanitario regionale a pagare il conto, nella tradizionale ottica di privatizzare gli utili e socializzare le perdite”.
I sindacati chiedono quindi maggiore equilibrio: “La manovra non coglie l’occasione per intervenire sul numero di primariati e di posizioni funzionali, alle quali corrisponde lo stesso trattamento economico dei primari, continuando ad elargire congrui stipendi senza nulla chiedere in termini di quantità e qualità di lavoro, maggiore efficienza ed efficacia, appropriatezza organizzativa, sistemi di verifica e valutazione del prodotto fornito. In tal modo – si legge ancora nella nota – il Policlinico Federico Il e la Seconda Università degli Studi di Napoli rafforzano la loro vocazione di sede privilegiata, unica al mondo, per le prospettive di carriera dei medici universitari che si vedono riconosciute 227 posizioni di valore apicale a fronte della presenza di circa 800 professori e ricercatori al primo gradino della carriera”.
Secondo i sindacati “colpisce, inoltre, l’entità del finanziamento annuo per il 2011-2013, superiore a quello del triennio precedente, non ancorata a parametri obiettivi quali tasso di occupazione dei posti letto, indice di rotazione, tipologia e volume prestazioni erogate, numero di apicalità in rapporto ai posti letto, eccetera”. Le sigle sindacali chiedono, quindi, al presidente Caldoro “una parola chiara a proposito della volontà di garantire un processo di riorganizzazione e di integrazione che eviti autoreferenzialità ed arroganti privilegi”.