Il Sole 24 Ore. Cgil, Cisl e Uil hanno riempito l’enorme piazza San Giovanni a Roma – luogo simbolo delle manifestazioni sindacali – per lanciare un preciso messaggio al governo, affinchè apra un confronto sulla piattaforma unitaria, oggetto di assemblee che hanno coinvolto migliaia di lavoratori e pensionati. «Alle persone che governano questo Paese e vanno ad incontrare chi protesta in altri paesi – ha detto ieri dal palco il neoleader della Cgil, Maurizio Landini, riferendosi al feeling tra il vicepremier Luigi Di Maio e i gilet gialli francesi – diciamo, se hanno un briciolo di intelligenza, di ascoltare questa piazza: noi siamo il cambiamento. Se non dovesse succedere, non ci fermeremo qui. Il governo torni indietro, altrimenti va a sbattere».
I sindacati chiedono al governo un radicale cambio di rotta: «Il reddito di cittadinanza va cambiato, perché rischia di fare solo confusione tra lotta alla povertà e politiche per il lavoro. Il lavoro si crea solo se si fanno investimenti» ha ribadito Landini, mentre sotto il palco alcuni lavoratori issavano lo striscione “No Triv, No Tap, No Tav = No Lav”, ed alcune delegazioni di imprenditori sfilavano in piazza. Nel giorno in cui l’altra manifestazione, quella dei gilet gialli italiani, ha segnato un clamoroso flop (si sono presentati in tre) in tanti hanno accolto l’appello di Cgil, Cisl e Uil che sono tornate a manifestare insieme (l’ultima volta è accaduto il 22 giugno 2013): «Si bloccano le infrastrutture per 80 miliardi – ha aggiunto la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan -, con 400mila posti di lavoro bloccati. Si sblocchino subito gli investimenti, perché senza la crescita non c’è lavoro e non c’è dignità. Penso alla Tav, alla Gronda, alla Pedemontana veneta, alle opere bloccate del Nord e del Sud». La recessione tecnica, la caduta della produzione industriale preoccupano i sindacati. Furlan si è appellata al governo perchè «esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale del lavoro», bisogna «uscire dalla retorica della crescita che non c’è ed avviare il confronto per la crescita. Il lavoro non si fa con i navigator, si fa con gli investimenti».
Ma dal governo sono giunti segnali di chiusura: «È singolare vedere che si scende in piazza contro “Quota 100” e non si è scesi in piazza quando si è fatta la legge Fornero» ha detto Di Maio. Immediata la riposta del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: «mentre la grande maggioranza dei partiti approvava la legge Fornero noi fuori da Montecitorio per 25 giorni abbiamo manifestato il nostro dissenso». Barbagallo ha aggiunto: «non siamo contro il Governo, ma chiediamo di convocarci, altrimenti la mobilitazione proseguirà»; nel merito “Quota 100” «va bene, ma si deve trovare una soluzione anche per tanti altri lavoratori che avrebbero diritto di andare in pensione e non ci possono andare, a precari, donne, giovani».
Come segnale di attenzione ai precari della gig economy, dal palco è intervenuto un rider per sollecitare l’estensione delle tutele a tutti i lavoratori. Confusi tra la folla, hanno sfilato i candidati segretari del Pd Maurizio Martina e Nicola Zingaretti, presenti Massimo D’Alema e Laura Boldrini.
Giorgio Pogliotti
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