Doveva partire il primo aprile. Decisa una moratoria di un mese dopo le polemiche degli animalisti. L’assessore: “Vogliamo riportare serenità”
La Provincia di Siena ferma l’uccisione delle volpi con il sistema dell’abbattimento in tana che doveva partire il primo aprile e aveva scatenato le polemiche delle associazioni animaliste. L’assessore all’agricoltura e alle risorse faunistiche, Anna Maria Betti, ha annunciato una moratoria. Per un mese non si sparerà ai predatori parenti dei cani. In giunta è stata approvata una informativa in cui si sostiene: “Coerentemente con quanto fatto fin qui si intende tenere conto delle diverse sensibilità rispetto a una problematica oggettivamente complessa, certo di difficile comprensione per i non addetti ai lavori.
Caccia alla volpe, l’interrogazione in Regione
Spesso, come dimostrano i contenuti dei tanti messaggi (quelli di protesta arrivati nei giorni scorsi, ndr), affatto o non pienamente consapevole della complessità della gestione faunistica; talvolta fuorviata da messaggi demagogici ancorché dettati da sensibilità animaliste”. Al momento non è chiaro se la moratoria porterà a un definitivo abbandono della caccia in tana per quest’anno oppure se si partirà il primo maggio.
Caccia alla volpe, l’Enpa contro la Provincia
L’Ente nazionale protezione animali, la Lav, la Lac ed altri contestano da giorni la Provincia di Siena. E’ stata fatta anche una raccolta di firme di vari personaggi che chiedevano di non sparare alle volpi. L’hanno sottoscritta tra gli altri Margherita Hack, Susanna Tamaro, Red Canzian dei Pooh.
L’assessore Betti ha ricordato come per legge le Province devono destinare una quota di almeno il 20% del territorio agro-silvo-pastorale alla protezione della fauna. A Siena l’obiettivo è stato raggiunto da quasi 20 anni con le Zone di ripopolamento e cattura (Zrc) e le Zone di rispetto venatorio (Zrv). “Sulle aree vige il divieto di caccia, totale per le prime e parziale per le altre. E’ solo su alcune di queste che il provvedimento contestato autorizza i contenimenti”, spiegano sempre dalla Provincia, da dove si sottolinea anche che l’operazione aveva il parere favorevole di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Da Siena si sottolinea come il contenimento delle volpi con la caccia in tana era già stato utilizzato nei due anni passati e come i ricorsi degli animalisti contro il sistema siano sempre stati respinti dal Tar. “Dopo la sentenza – dice ancora Betti – molti soggetti e alcune associazioni ambientaliste hanno intrapreso un’azione di mail-bombing contro la Provincia di Siena, esprimendo contrarietà per i contenimenti e, in particolare, per la modalità “alla tana”. La protesta si è estesa a livello nazionale, raggiungendo anche toni che sono andati spesso oltre una civile e corretta dialettica, cosa che sovente accade o si vuole che accada quando ci si muove con un approccio parziale e dogmatico, indifferente alla scienza e al diritto, rispetto a temi molto sensibili e a materie complesse come l’ambiente, la biodiversità e l’ecosistema con tutte le sue componenti”.
“Ho detto con forza – aggiunge Betti – che la Provincia di Siena non ci sta a prendere lezioni su questi temi. Non è arroganza, come qualcuno ha detto, ma consapevolezza di una storia lunga decenni e un impegno. Con il tavolo provinciale che si è svolto ieri pomeriggio abbiamo avviato un percorso che, attraverso la moratoria, punta a ricreare quella serenità necessaria per un confronto costruttivo su temi non meno urgenti e importanti. Mi riferisco alla questione ungulati, e quindi, ai danni alle coltivazioni e ai boschi, incidenti stradali, squilibrio interspecifico e nell’ecosistema”.
(28 marzo 2013) Repubblica