La mancata comunicazione ufficiale del decreto rischiava di dare il via a una nuova procedura d’infrazione. Dopo una denuncia, la Commissione europea interviene e sollecita le autorità nazionali
LUSSEMBURGO – Sicurezza sul lavoro, l’Italia ha impiegato 6 anni per notificare alla Commissione europea il testo di un decreto legislativo mirato: quello del 9 aprile 2008 (era l’anno della caduta anticipata del governo Prodi, e, quattro giorni dopo quella data, Silvio Berlusconi sarebbe stato rieletto alla guida del Paese). Denominato anche ‘Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro’, ed entrato in vigore il successivo 15 maggio, si tratta di una disposizione nazionale di attuazione di una più ampia direttiva comunitaria – la 391 del 1989 – volta a promuovere il miglioramento della sicurezza durante le ore di lavoro.
La mancata notifica del decreto, in violazione dell’articolo 18 della medesima direttiva Ue, rischiava di causare l’avvio di una nuova procedura di infrazione ai danni dell’Italia. A denunciare il ritardo all’Europa ci ha pensato un operaio metalmeccanico di Firenze e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – Marco Bazzoni – che lo scorso marzo scriveva alla Commissione per sottolineare, ancora cinque mesi fa, la mancata comunicazione ufficiale da parte delle autorità italiane.
Una decina di giorni fa, da Lussemburgo, una lettera firmata dal capo unità ‘Occupazione, affari sociali e inclusione’ della Commissione Ue sottolineava che “a seguito di un intervento della Commissione presso le autorità italiane competenti mediante lettera amministrativa,
l’Italia si è conformata al diritto dell’Unione dando comunicazione ufficiale” della normativa nazionale adottata 6 anni fa. Già nel 2011 l’Ue aveva messo in mora l’Italia e fatto a pezzi, in sei punti, il medesimo Testo unico sulla sicurezza nella parte riformata dal decreto Sacconi il 3 agosto 2009.
Repubblica.it – 17 agosto 2014