(AGI) – Napoli, 21 aprile – “Negli ultimi due anni nel porto di Napoli non sono state sdoganate partite di pesce congelato o non congelato di origine o di provenienza dal Giappone”. Lo sottolinea Salvatore Falco, direttore dell’Ufficio delle Dogane di Napoli 1, nel corso di un incontro con la stampa sui controlli igienico sanitari di prodotti alimentari provenienti dal Giappone.
A seguito dell’incidente nella centrale nucleare di Fukushima dell’11 marzo scorso, gli Uffici delle Dogane sono state allertati dal Ministero della Salute ad effettuare specifici controlli sull’ eventuale presenza di radioattivita’ nei prodotti alimentari, in particolare pesce proveniente dal Giappone. Ma ad oggi, nello scalo marittimo partenopeo, ha ribadito Falco, non sono arrivati alimenti da quell’area.
Stando ai dati diramati dal Ministero della Salute, dopo l’11 marzo scorso, in Italia sono arrivati dal Giappone in tutto 4 partite di pesce congelato, in particolare 82 chili di ricciola allevata, partite alimentari che sono state respinte. Nel porto di Napoli arrivano invece ogni anno, soprattutto dalla Cina e dal Medio Oriente, oltre 50mila partite di prodotti alimentari di origine animale. I sequestri piu’ frequenti riguardano contraffazione e sottofatturazione. Su questi prodotti vengono effettuati quotidianamente attivita’ che, grazie ad un sistema integrato di controlli, partono dall’analisi dei manifesti di carico delle navi provenienti dall’estero e terminano sul territorio, con le ispezioni delle Aziende sanitarie locali negli stabilimenti di destinazione. “Quello di Napoli – spiega il direttore dell’Ufficio delle Dogane di Napoli 1 – e’ stato il primo porto in Italia ha sottoscrivere un protocollo di intesa con le autorita’ veterinarie e sanitarie che rende completo il sistema dei controlli, garantendo al meglio la salute dei consumatori”. “Facciamo tre milioni di esami l’anno su derrate alimentari – precisa Antonio Limone, commissario Istituto Zooprofilattico di Portici – e siamo la regione che fa il piu’ alto numero di analisi in Italia. Cio’ deve tranquillizzare i consumatori perche’, anche grazie ai successivi controlli di filiera, sulle loro tavole non arrivano alimenti alterati”. Limone ha poi anticipato che, a breve, i prodotti alimentari della Campania avranno anche una denominazione di origine ambientale garantita, finalizzata a suddividere il territorio in food e no food. (AGI) –