LA SOSTITUZIONE scientifica di dirigenti non più graditi perché vicini al “traditore” Partito democratico e un assegno da 150 milioni di euro per bloccare le proteste negli enti di formazione, nei Comuni e nelle società partecipate che rischiavano di rimanere a secco.
Il piano del governatore è chiaro: oliare il più possibile la macchina delle nomine per evitare presenze sgradite a ridosso del voto e bloccare sul nascere eventuali proteste di piazza nel cuore della campagna elettorale.
Su quest’ultimo fronte ha già dettato la linea all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che dovrà distribuire 1,4 miliardi di euro di tagli tra i vari dipartimenti: «Gli stipendi non si toccano», ha detto aprendoi lavori dell’ultima giunta. Ed ecco che le richieste degli assessori alla Funzione pubblica e alla Formazione, Nicola Vernuccio e Accursio Gallo, verranno quindi soddisfatte. Il primo, a fronte di una previsione iniziale di 11 milioni, avrà il via libera a una spesa per almeno 110 milioni: fondi, questi, da destinare ai Comuni per garantire gli stipendi. Il secondo, invece, avrà almeno 50 milioni (anche se ne ha chiesti 160) per far partire i corsi dell’Avviso 20 che daranno lavoro a 8 mila formatori e coprire le spese per gli stipendi delle insegnanti nelle scuole.
Rinviate al dopo voto tutte le eventuali proteste e assicurate ai forestali le giornate lavorative attraverso l’impiego nei siti archeologici, il governatore potrà dedicarsi adesso in tutta tranquillità al suo hobby preferito: piazzare persone gradite nei posti di comando, evitando che vi rimangano dirigenti indicati in passato dagli ex alleati del Pd. Un esempio di quanto sta accadendo è la guerra che si è scatenata all’Istituto zooprofilattico, con il senatore Beppe Lumia che ha presentato un’interrogazione a Palazzo Madama contro le nomine fatte dal direttore generale Tonino Salina, fedelissimo di Lombardo. Lumia contesta la revoca del direttore sanitario Vincenzo Di Marco e la nomina al suo posto di Rossella Colomba Lelli, «attrice – si legge nell’interrogazione – di gravi fatti a danno di un istituto analogo a Teramo», anche se al momento non ha alcuna pendenza giudiziaria. Inoltre Lumia critica la nomina del direttore amministrativo, Cataldo Manganaro, perché «candidatosi nel 2008 alle regionali» in una lista satellite dell’Mpa.
Non contento, il governatore ha fatto poi uno sgarbo ad un altro amministratore vicino a Lumia: giovedì scorso in giunta ha nominato commissario dell’Irsap, l’Istituto che riunisce tutte le Asi, la dirigente Luciana Giammanco. Facendo andare su tutte le furie l’assessore Marco Venturi, assente alla riunione, che aveva indicato come presidente del cda il suo segretario particolare Alfonso Cicero. E con questa mossa Lombardo ha fatto uno sgambetto anche a Ivan Lo Bello: la Giammanco adesso avrà diritto di voto nell’assemblea dei soci della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, evitando così di far raggiungere la maggioranza alla cordata guidata da Lo Bello e dal presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che mira a indicare come amministratore Gaetano Mancini, nome non gradito al governatore.
In vista delle elezioni, la partita a scacchi di Lombardo contro i «nemici» del suo governo non finisce qui.
Domani sarà dato il ben servito a Ludovico Albert, pronto a dimettersi sì ma non subito: al posto del dirigente arrivato in Sicilia tramite i democratici andrà la Corsello. Già piazzato poi al Consorzio autostrade un nuovo direttore generale, Maurizio Trainiti: ex assessore al Comune di Catania in quota Mpa. Mossa, questa, che non è piaciuta a Giovanni Ardizzone dell’Udc, che ha presentato subito un’interrogazione. Intanto, su proposta della Regione, il ministro Corrado Passera ha nominato Cosimo Aiello nuovo commissario dell’Ente porto di Catania.
Nomine, nomine, nomine: Lombardo guarda avanti e in questi giorni lavora a trovare dirigenti a lui fedeli o prefetti inattaccabili da piazzare come commissari nei Comuni di Messina e Ragusa e alla Provincia di Trapani, rimaste senza guida dopo che gli amministratori hanno deciso di candidarsi alle regionali.
Repubblica.it – 28 agosto 2012