di Michele Bocci, Repubblica. Una regione in bilico, un’altra a rischio e alcune che vedono peggiorare i parametri. Già da lunedì 16 la Sardegna potrebbe passare in zona gialla, cambiamento che la Sicilia affronterebbe, se i numeri continueranno ad andar male, la settimana dopo. Anche se l’aumento dei casi è in calo, gli effetti della crescita dei tamponi positivi si vedono sia sui dati dell’incidenza che su quelli dei ricoveri. E il 90% di coloro che finiscono in terapia intensiva che non sono vaccinati.
La Sardegna è la Regione più in bilico a causa del numero delle nuove infezioni in aumento in questa estate di ripresa del turismo. A ieri l’incidenza settimanale era poco sopra i 144 casi per 100mila abitanti. Bisogna aspettare due giorni per capire se verrà raggiunta la soglia dei 150 casi, che fa scattare il cambio di colore. La Cabina di regia valuterà infatti il dato della settimana tra venerdì 6 e domani.
Ci sono poi altre Regioni che rischiano di lasciare prima della fine del mese la zona bianca, cosa che comporta ad esempio il ritorno dell’obbligo di mascherina anche all’aperto. Tra queste, c’è anche la Sicilia che, comunque, per adesso resterà nello scenario con meno restrizioni. Nel suo caso il problema è l’occupazione dei posti letto. A ieri Agenas, l’Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, riportava un’occupazione delle terapie intensive al 7% e di letti di area non critica al 14%. I due limiti superati i quali scatta appunto la zona gialla (se l’incidenza è tra 50 e 150) sono rispettivamente 10 e 15%. Sempre la Sardegna, tra l’altro, ne ha già superato uno, cioè quello delle terapie intensive, occupate all’11%, ma sui reparti ordinari è a 7: quindi, per ora non rischia per l’impegno degli ospedali, ma appunto soprattutto per l’incidenza.
La variante Delta ha dimostrato, in Italia e in altri Paesi, di essere molto contagiosa ma anche possibile da arginare con i vaccini. Per questo, malgrado il numero di casi che da fine giugno a oggi è in crescita gli ospedali sono mediamente poco impegnati. A livello nazionale l’occupazione è del 4% per quanto riguarda le terapie intensive e del 5 nei reparti ordinari, anche se in 7 Regioni in questi giorni si è vista una crescita. A finire in rianimazione sono soprattutto non vaccinati. «I primari ci dicono che quasi tutti i loro pazienti affetti da Covid, il 90%, non sono vaccinati, e ciò conferma che il vaccino è l’arma più efficace a nostra disposizione per contrastare la pandemia e i suoi effetti peggiori», spiega Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, la Federazione che raccoglie le aziende sanitarie e ospedaliere.
Sempre in base ai dati della settimana conclusa ieri, ci sono altre Regioni che rischiano, non subito ma comunque entro la fine di agosto, di cambiare colore, a meno che la tendenza all’aumento dei casi non si inverta (come alcuni esperti tra l’altro ritengono possibile). Detto della Sardegna, sopra ai 100 ci sono anche la Toscana (125), la stessa Sicilia (118) e l’Umbria (103).
Se invece si osserva l’occupazione dei posti letto ospedalieri, la situazione nazionale è piuttosto buona. Per quanto riguarda le terapie intensive, le Regioni con i dati più alti, oltre alla Sicilia, sono, sempre con il 7%, il Lazio e la Liguria. Per i letti di area non critica la Regione più vicina alla soglia del 15% è la Calabria con l’11%. Come detto, comunque bisogna sforare entrambe i valori per essere spostati in uno scenario diverso dal bianco.