Avanza l’influenza ma l’ondata Covid sembra sgonfiarsi. Il Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss certifica infatti che, in attesa di sapere che effetto faranno le feste sulla curva dei contagi, questi nell’ultima settimana sono diminuiti del 32%, attestandosi a quota 40.988. Anche se, specificano gli esperti dell’Istituto, “il calo potrebbe, in parte, essere attribuibile a una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”. A far ben sperare è però l’Rt, l’indice di contagio, sceso da 0,96 a 0,76, sempre più distante dal livello epidemico di uno.
Sono in leggero calo anche i ricoveri nei reparti ordinari, dove il tasso di occupazione dei posti letto passa dall’11,8 all’11% mentre resta stabile al 3,2% quello delle terapie intensive. La regione con l’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti più elevata è l’Abruzzo con 149 contagi, con la più bassa la Sicilia che ha soli 3.
La percentuale di reinfezioni è di circa il 45%
Riguardo le varianti ad essere sempre più dominante è la JN.1, già considerata “di interesse” dall’Oms, me che “in base ai dati disponibili -si legge nel Monitoraggio- non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi circolanti”.
Nonostante la flessione “ufficiale” dei contagi Covid, cresce l’allerta in diverse Regioni per l’aumento dei casi di influenza in aggiunta a quelli dello stesso Covid, mentre nel mirino c’è anche la “long flu”, l’influenza che perdura nel tempo.
In Lombardia per le feste i Pronto Soccorso sono andati in sovraffollamento, con centinaia di cittadini ammalati negli ospedali. Preoccupa il virus sinciziale che fa ammalare i più piccoli. Solo a Roma sono 450 gli accessi medi al Bambin Gesù, Gianicolo e Palidoro. L’assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso, invita alla vaccinazione: “Mi domando – evidenzia – a cosa servono i nostri appelli a vaccinarsi contro l’influenza e contro il Covid, i riscontri a questi inviti, infatti, sono al di sotto delle aspettative”.
Aumentano i casi specialmente nei bambini per quanto riguarda il virus sinciziale: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 38,04 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 15,97 nella fascia 15-64 anni a 14,92 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 8,74 casi per mille assistiti.
Gli esperti raccomandano le vaccinazioni
La stagione influenzale “sembra ripetere quella dell’anno scorso che ebbe un picco precoce nella prima metà di dicembre. Oggi probabilmente non siamo al picco ma siamo già su livelli simili a quelli di fine 2022. Pertanto, ci aspettiamo un picco relativamente precoce, nelle prossime settimane, con livelli forse più alti dell’anno scorso”. Lo ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani, Enrico Girardi. “Stiamo assistendo a una crescita delle infezioni respiratorie – aggiunge -: oltre il 20% sono infezioni influenzali, circa il 12% infezioni da Covid. I bambini contraggono soprattutto rinovirus e virus sinciziale, gli anziani soprattutto infezioni da Covid. In ospedale osserviamo che il numero di ricoverati è concentrato su anziani e pazienti con comorbidità. Ripetiamo che, nonostante la situazione sia completamente diversa rispetto agli anni passati, per alcune fasce d’età è ancora importantissima la vaccinazione”.
Long flu e Long Covid
Nel mirino anche la “long flu”, con il suo lento recupero. A spiegarlo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. “Stanchezza, senso di ‘bastonatura’, recupero lento dai disturbi respiratori della fase acuta”. Sono i sintomi della nuova influenza che sembra non passare dopo la classica settimana di “passione” e che può trascinarsi “anche per 3-4 settimane”. Un periodo in cui un altro rischio sono “sicuramente anche le complicanze batteriche”, complice “una riduzione delle difese immunitarie che caratterizza la fase post-acuta”, spiega quindi Pregliasco.
La Long Flu, caratterizzata da un recupero lentissimo dall’infezione stagionale, che può durare anche settimane, “non è una novità: abbiamo già visto che c’è un’influenza in grado di avere questo lungo decorso. I ceppi influenzali sono vari e alcuni di questi possono essere più debilitanti. Ma ciò che preoccupa davvero è il Long Covid che oggi sembra molto sottovalutato”. A dirlo è Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma. Si sottovaluta in particolare, sottolinea, il rischio di Long Covid legato alle reinfezioni. Il medico e scienziato americano Eric Topol “proprio ieri ha mostrato che quanto più ci si infetta tanto più si è predisposti al Long Covid. Infettarsi due o tre volte, come capita a molti, non è un fatto positivo – avverte Ricciardi – perché le persone a cui capita sono vulnerabili alle conseguenze del virus. Il Long Covid, per tutto questo, ci preoccupa di più del Long Flu”.
Picco influenzale a Capodanno
La stagione influenzale “sembra ripetere quella dell’anno scorso che ebbe un picco precoce nella prima metà di dicembre. Oggi probabilmente non siamo al picco ma siamo già su livelli simili a quelli di fine 2022. Pertanto, ci aspettiamo un picco relativamente precoce, nelle prossime settimane, con livelli forse più alti dell’anno scorso”. Lo ha spiegato il Direttore scientifico dell`Istituto Nazionale per le Malattie Infettive IRCCS “Lazzaro Spallanzani” di Roma, Enrico Girardi, stamattina a “Buongiorno Regione” aggiungendo che “stiamo assistendo a una crescita delle infezioni respiratorie: oltre il 20% sono infezioni influenzali, circa il 12% infezioni da Covid. I bambini contraggono soprattutto rinovirus e virus sinciziale, gli anziani soprattutto infezioni da Covid. In ospedale osserviamo che il numero di ricoverati è concentrato su anziani e pazienti con comorbidità. Ripetiamo che, nonostante la situazione sia completamente diversa rispetto agli anni passati, per alcune fasce d`età è ancora importantissima la vaccinazione”.
«Il picco dell’influenza lo scopriamo quando la curva scende», afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. Ciò premesso, “siamo presumibilmente in una fase come minimo di plateau e quindi probabilmente arriveremo a sfiorare un milione di casi che, secondo la nuova definizione del sistema RespiVirNet, include non solo la vera influenza, ma anche le forme simil-influenzali”. E “il Capodanno sarà l’ultima fiammata”, con i suoi brindisi fra baci e abbracci e “un effetto che si evidenzierà nella settimana successiva”.