Pezzano, ufficializzate le dimissioni. Attesa per la decisione di Formigoni. L’assessore Bresciani: «Non l’ho indicato io e non potevo oppormi, chiunque è innocente fino a prova contraria»
MILANO – Sono state ufficializzate mercoledì mattina le dimissioni di Pietrogino Pezzano, il direttore generale dell’Asl Milano 1 fotografato con boss della ‘ndrangheta nel luglio del 2009. Pezzano ha lasciato l’incarico dopo che il Consiglio regionale della Lombardia aveva approvato, martedì sera, una nuova mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv. Pezzano ha inviato al presidente Roberto Formigoni, all’assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani e all’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli una lettera in cui rassegna dimissioni «irrevocabili». Riferisce Luciano Bresciani: «Una dichiarazione marmorea. Le dimissioni sono sul mio tavolo. Per discuterle ho già chiesto un incontro con il presidente Roberto Formigoni, perché così come la nomina del direttore generale è stata fatta in termini congiunti, anche sulla richiesta di dimissioni verranno prese decisioni condivise. In questo momento mi trovo a Roma, ma non appena possibile, non escludo già questa sera, prenderemo una decisione».
«INNOCENTE FINO A PROVA CONTRARIA» – Sulla nomina di Pezzano, Bresciani precisa: «Non l’ho indicato io nel rapporto fiduciario. Però non potevo avere nessun atteggiamento ostativo nell’espressione fiduciaria dell’alleato, sulla base del diritto, figlio della democrazia, che chiede che il cittadino sia innocente fino a prova contraria». E sull’accettazione o meno delle dimissioni: «Queste decisioni vanno prese di comune accordo – conclude Bresciani – . Lo abbiamo nominato insieme, e quindi ne parleremo insieme». Attesa quindi a breve la decisione del presidente Roberto Formigoni e dell’assessore Bresciani.
IL VOTO DI MARTEDI’ – E’ bagarre intanto sulle ragioni che martedì sera hanno portato all’approvazione, nell’aula semivuota del consiglio regionale, della mozione del centrosinistra. Il capogruppo del Pdl Paolo Valentini, prima del voto, ha avanzato richiesta di verifica del numero legale, e il presidente Davide Boni, constatato che in aula risultavano presenti 38 consiglieri (numero pari a quello legale), ha proceduto con la votazione palese. «Come risulta evidente a tutti coloro che hanno seguito i lavori, la mozione è stata approvata grazie a un escamotage tecnico, nella parte finale di una seduta che ormai volgeva alla conclusione», ha affermato il gruppo del Pdl in Regione Lombardia. Maurizio Martina, segretario Pd Lombardia e consigliere regionale, definisce invece «a dir poco imbarazzante» il comportamento dei consiglieri di maggioranza che, a suo dire, «hanno abbandonato l’aula, sperando di non essere troppo notati, prima di votare». E Giulio Cavalli, consigliere regionale dell’Italia dei Valori, mentre esprime soddisfazione per il segnale politico, si domanda «se questa improvvisa fuga sia stata un maldestro tentativo di rinviare all’indomani la discussione della mozione o, peggio, sia stata dettata dalla volontà di non affrontare la questione».
Corriere.it – 13 aprile 2011