Ieri è stato convocato un vertice con le Regioni per fare il punto sul personale medico da impegnare nell’utilizzo delle dosi. Ma tra le Regioni c’è chi chiede un distinguo per le più virtuose chiedendo più medici e infermieri in quei territori che fanno tante vaccinazioni e non a chi tiene le dosi in magazzino. Intanto ai 3.800 sanitari già operativi per le vaccinazioni se ne aggiungeranno altri: «Dal 20 gennaio arriveranno in supporto i primi 1.500» assicura il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri. Ma da Regioni e Governo arriva anche la richiesta ufficiale a coinvolgere nella vaccinazione di massa che partirà in primavera gli oltre 40mila medici di famiglia che però sottolinea il segretario della Fimmg, Silvestro Scotti dovranno essere vaccinati «prima di essere coinvolti».
Nel frattempo in queste ore arriveranno nei quasi 300 ospedali coinvolti nelle prima fase di vaccinazioni altre 224mila dosi di Pfizer oltre alle 215mila già consegnate: tutte riguardano il secondo stock destinato all’Italia. Per questo lotto arriveranno dunque 440mila dosi, circa 30mila in meno rispetto a quelle previste. Nuovi rinforzi ci saranno però appunto con l’arrivo in Italia di Moderna: complessivamente, nei prossimi tre mesi, giungeranno nel Paese un milione e 300mila dosi (prima tranche di 10 milioni di dosi raddoppiabili a 20), con cadenza settimanale: 100mila già nei prossimi giorni , 600mila a febbraio e 600mila a marzo. Il vaccino è utilizzabile a partire dai 18 anni e nella sperimentazione su circa 30mila soggetti ha dimostrato un’efficacia del 94,1%, utilizzando l’innovativa tecnologia dell’Rna-messaggero, come quello Pfizer, e richiede una doppia dose. Questo siero rimane stabile a temperature standard di refrigerazione tra 2 e 8 gradi per 30 giorni. Inoltre si prevedono condizioni di trasporto e conservazione a lungo termine a temperature standard del congelatore (-20 gradi per 6 mesi). Della distribuzione di questo vaccino, come degli altri a parte Pfizer, si occuperanno i militari: il piano della Difesa prevede lo stoccaggio nell’hub nazionale di Pratica di Mare e il trasporto nei vari centri di somministrazione con i mezzi militari.
Su un altro fronte, quello delle restrizioni per il contenimento del contagio, si pensa già al prossimo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore dal 16 gennaio. In queste ore l’Italia entrerà nella cosiddetta “zona gialla rafforzata” con lo stop agli spostamenti tra le Regioni, ma già per venerdì 8 sono attesi i dati del monitoraggio della cabina di regia, le cui verifiche porteranno all’assegnazione di nuove fasce per le regioni, in vigore già nel week end quando comunque tutta l’Italia diventerà arancione con bar e ristoranti chiusi. I contagi ancora alti fanno presagire anche il possibile scivolamento in zona rossa di alcune regioni, come il Veneto. I numeri dell’ultimo bollettino, con 20.331 tamponi positivi al Covid e 548 vittime in 24 ore, avvertono come il tasso di positività, all’11,3%, è ancora stabile e troppo alto.
Marzio Bartoloni