Un’altra persona, una donna di 84 anni, è morta ad Amburgo. Sale a 17 il numero delle vittime. Diverse decine gli ammalati in altri Paesi dell’Unione europea, nessuno in Italia. Le autorità Ue invitano alla calma e a osservare le regole d’igiene alimentare: lavarsi sempre le mani prima di mangiare e dopo essere andati in bagno, lavare bene frutta e verdura, sbucciarla, consumare solo verdura cotta, carne ben cotta, latte pastorizzato. Madrid contro Berlino per la fretta con cui si era attribuita la responsabilità ai cetrioli spagnoli. Oltre duecento casi in più nella sola Germania nelle ultime ventiquattr’ore.
Un altro decesso (è morta una donna di 84 anni) che porta a 17 il totale delle vittime, nuovi contagi in tutta Europa. L’epidemia colibatterica causata dal batterio dell’escherichia coli (Ehec) continua ad espandersi nell’intero Vecchio continente. Le autorità sanitarie tedesche e degli altri Paesi dell’Unione europea brancolano ancora nel buio, cercano invano la causa scatenante del contagio. La Ue parla di crisi seria, invita i cittadini alla calma ma esige anche più sforzi da parte dei governi. E tra Spagna e Germania la tensione politica è al massimo: Madrid spara a zero sui tedeschi per la precipitazione con cui avevano indicato cetrioli di produzione spagnola come veicolo del batterio, notizia poi rivelatasi infondata , e si prepara a chiedere indennizzi europei. Una fine del dramma non è ancora alle viste, le autorità europee lanciano urgenti appelli a evitare il consumo di verdura cruda, almeno finché l’origine del contagio non sarà accertata. I cetrioli, spagnoli o in generale, non sono la causa o il veicolo, secondo le ultime indagini degli scienziati.
L’ultima vittima dell’epidemia Ehec è stata una donna di 84 anni, morta ad Amburgo. La grande metropoli anseatica e il vicino Stato di Bassa Sassonia sono l’epicentro del contagio: i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore, cioè rispetto al totale di ieri, sono appunto almeno 80 in più in Bassa Sassonia e ben 119 ad Amburgo. In totale in Germania si parla di circa millecinquecento persone colpite dal male. Ben 40 sono divenuti in poche ore i contagiati in Svezia, e una persona reduce da un viaggio in Germania, dove aveva mangiato insalata cruda, è stata ricoverata nella Repubblica cèca. Nessun caso invece in Italia, dove anche i controlli sugli alimentari hanno dato finora esito negativo. In Germania, gli ospedali lavorano al limite delle loro capacità, e le autorità cominciano a pensare di chiedere donazioni di sangue in massa con appelli alla popolazione. Il timore è infatti una scarsità di plasma con l’approssimarsi delle vacanze, scarsità che potrebbe divenire fatale incaso di ulteriore diffusione del male.
“Siamo di fronte a una seria crisi”, ha detto il commissario europeo alla Sanità, John Dalli. Ha contemporaneamente invitato la popolazione dell’Unione europea a mantenere la calma e a osservare però nel modo più rigoroso le più severe regole d’igiene alimentare. Lavarsi sempre le mani prima di mangiare e dopo essere andati in bagno, lavare bene frutta e verdura, sbucciarla, consumare solo verdura cotta, carne ben cotta, latte pastorizzato, avvertire i medici se sintomi come diarrea, vomito o febbre si manifestano in modo prolungato, specie se si tratta di anziani, bambini e persone immunologicamente compromesse. “Invito gli Stati della Ue, specie la Germania, a intensificare i loro sforzi per debellare il male”, ha esclamato Dalli.
A livello politico, la Spagna lancia dure accuse alla Germania. E non esclude di ricorrere a vie legali contro le autorità della città-Stato di Amburgo, che accusa di aver frettolosamente incolpato la Spagna, bloccando l’import di prodotti alimentari spagnoli con gravi danni per l’economia iberica. Ma a fronte del dramma dell’epidemia, ancora una volta l’Europa politica mostra la sua debolezza e la sua incapacità ad affrontare serie crisi con la dovuta decisione, leadership e tempestività.
Repubblica.it -1 giugno 2011