Due grillini a letto con il Covid fino a qualche giorno fa, due senatori a vita prestati volentieri alla causa e due ex forzisti: con il sostegno di un manipolo di volenterosi perché “responsabili” è termine diventato deteriore – la maggioranza scollina il difficile passo dello scostamento di bilancio. E lo fa alla vigilia del Consiglio europeo, nel giorno in cui Mattarella convoca al Quirinale Conte e i ministri per chiedere «la massima efficienza nella destinazione dei fondi e la massima rapidità nella individuazione delle scelte» sul Recovery fund.
Ma partiamo dal Senato, dove la maggioranza sconfigge le assenze causa Covid e riesce a fare a meno del contributo dell’opposizione, chiesto e mai ottenuto. Si sblocca così, malgrado i timori, il documento che allarga le maglie della spesa di 22 miliardi di euro. Serviva la maggioranza assoluta, fissata a quota 161, sono arrivati quattro voti in più a compensare – almeno in parte, almeno quanto bastava – le assenze forzate causate in gran parte dal virus. Il premier Giuseppe Conte tira un sospiro di sollievo: «C’è stato un ampio riscontro della tenuta della maggioranza: abbiamo superato il quorum minimo richiesto. Al Senato la situazione era delicata perché avevano numeri più ristretti e qualche parlamentare non arruolato per la pandemia in corso e per le precauzioni che vanno adottate».
Conte aveva chiesto una mano all’opposizione, proprio in nome dell’emergenza che investe anche il Parlamento, ma il centrodestra ha preferito astenersi, lasciando alla maggioranza la responsabilità di mostrarsi autosufficiente. Gli sherpa giallorossi si erano messi in azione da giorni: due senatori di M5S, Marco Croatti e Francesco Mollame, erano già in convalescenza dopo la malattia e sono stati “graziati” dal dimezzamento del numero dei tamponi negativi necessari per uscire da casa (da due a uno) stabilito dall’ultimo dpcm di Conte. Suspense per Mollame, che solo martedì sera ha avuto la “liberatoria”, avendo dovuto attendere una circolare della Regione Siciliana che recepisse le disposizioni nazionali. «Mi ha chiamato più volte il ministro D’Incà e poi non so quante telefonate ho fatto per sbloccare la situazione. Quindi sono partito con il primo aereo per Roma», dice il senatore di Partinico. Decisivi, oltre al rientro di Mollame e Croatti, sono stati i voti favorevoli dei senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo. E il soccorso di due ex forzisti: Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, e Raffaele Fantetti, appena passato da Fi al gruppo degli eletti all’estero.
Giochi più facili per il bilancio (connesso alla nota di aggiornamento al Def) alla Camera, dove la maggioranza dispone di numeri più ampi: 325 i sì, e ne bastavano 316.
Il doppio passaggio parlamentare conferma il gelo fra Conte e l’opposizione, che chiede maggior coinvolgimento nelle decisioni e nella spesa del Recovery fund. Conte e sette ministri hanno partecipato a una colazione al Quirinale per fare il punto sui dossier aperti in vista del consiglio europeo di oggi. Si è parlato anche del Recovery fund: Mattarella ha ringraziato il governo per il lavoro fatto sinora, ricordando che si tratta di un argomento decisivo per il Paese. E ha spronato il governo a garantire efficienza nella destinazione dei fondi e rapidità nella individuazione delle scelte.