Repubblica. La ricerca sui pazienti resi ciechi dalle lesioni alla corteccia cerebrale può ripartire. Dopo un anno esatto di stop and go imposti dai giudici amministrativi la sperimentazione scientifica sui macachi portata avanti dai ricercatori delle università di Torino e Parma riprende. Ieri sera il Consiglio di Stato ha respinto definitivamente il ricorso della Lav, la lega antivivisezione, che da anni ha innescato una battaglia contro il progetto Light-Up, le attività dei professori Marco Tamietto e Luca Bonini, vincitori di un Erc, Consolidator Grant dell’European Research Council, per studiare — anche sui macachi — le cure per far recuperare la vista a chi l’ha persa in seguito a traumi cerebrali. Tamietto da oltre dieci anni è impegnato in questo campo, ma da quando è finito nel mirino degli animalisti che lo hanno accusato di voler accecare i macachi è finito sotto scorta.
Secondo la Lav che, dopo manifestazioni e azioni di protesta davanti a entrambi gli atenei, ha fatto ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato la partecipazione al progetto di «soggetti umani volontari » faceva «decadere ogni giustificazione del ricorso alle scimmie ». I comitati di bioetica che si sono pronunciati, prima e dopo il finanziamento dell’Unione Europa, hanno sostenuto che per raggiungere gli obiettivi non si possa prescindere dalla sperimentazione sui sei primati che si trovano nei laboratori di Parma. «Non li accechiamo, ma è prodotta una macchia cieca, circoscritta ad una zona di pochi gradi del loro campo visivo e limitata a un solo lato — ha spiegato più volte Tamietto — Dopo l’intervento l’animale resta in grado di vedere, spostarsi normalmente nell’ambiente ed interagire con i propri simili».
La sentenza impone ai ricercatori di dettagliare di più i report semestrali sulla sperimentazione: «Ora possiamo ripartire, dall’inizio di questa vicenda abbiamo perso 20 mesi di ricerca. Non è che siamo pari e patta — dice l’accademico. — Al di là dello spazio che è stato dato alle posizioni di queste associazioni in questo caso bisogna riflettere su come si possa facilmente bloccare un progetto la cui bontà scientifica ed etica non è mai stata in dubbio». Il Tar del Lazio per due volte, tra il 2019 e il 2020, aveva rigettato le richieste della Lav, mentre il Consiglio di Stato per due volte, a gennaio e ottobre 2020, ha imposto lo stop al progetto. E negli ultimi giorni sull’attesa sentenza definitiva del Consiglio di Stato avevano iniziato ad aleggiare sospetti e polemiche. Erano infatti emerse le prese di posizione del consigliere di Stato, ed ex ministro, Franco Frattini, che in passato dal suo profilo Twitter si era scagliato contro il progetto di ricerca. «Sono svanite le speranze di salvezza. Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Una lotta con cui abbiamo svelato ciò che accadeva in quei laboratori » attacca il presidente della Lav, Gianluca Felicetti. Gli animalisti promettono battaglia: «Andremo avanti».
Gli atenei di Parma e Torino hanno manifestato apprezzamento per la sentenza. E sul caso è intervenuta anche la ricercatrice e senatrice a vita, Elena Cattaneo: «In questi mesi le associazioni animaliste hanno condotto senza remore una campagna negazionista delle evidenze scientifiche, al pari e con la stessa competenza di quelle antivacciniste e terrapiattiste. Una campagna che, sconfessando il metodo della scienza, ha criminalizzato stimati studiosi e falsificato la realtà, continuando a definire “inutili” i test previsti dallo studio Light-Up nonostante fossero stati autorizzati superando tutte le rigorose valutazioni scientifiche ed etiche degli organismi europei e italiani».