di Fabrizio Caccia, dal Corriere della Sera. Il sindaco leghista di Rovigo, Massimo Bergamin, appare perplesso. «Sì ho sentito anch’io i rumors della piazza — conferma —. Pure qui, come a Padova, i consiglieri di Forza Italia che sono in maggioranza si potrebbero dimettere per farmi cadere. Ma perché? A Rovigo siedono nelle partecipate, hanno già il vicesindaco (Ezio Conchi, ndr). Credo piuttosto che sia il Pd del Polesine a seminare zizzania, sono loro in realtà che vorrebbero si consumasse lo strappo…».
Già, lo strappo. Dopo il «divorzio di Firenze» tra Salvini e Berlusconi e la sfida in campo aperto per la leadership, è forse possibile immaginare — oltre al caso Padova — un effetto domino in Veneto, Friuli, Liguria, Lombardia, Piemonte, negli altri Comuni governati dal ticket Lega-Fi? Qualche scossa s’era avvertita già a Cologno Monzese, con le dimissioni una settimana fa del vicesindaco azzurro Gianfranco Cerioli, ma il sindaco leghista, Angelo Rocchi, ora getta acqua sul fuoco: «Non c’entrano a Cologno le dinamiche nazionali, piuttosto direi le poltrone… La verità è che c’erano degli assessorati da conferire, io ho cercato la mediazione tra le varie correnti di FI ma non ci sono riuscito. Però l’alleanza in generale funziona: a Trezzo sull’Adda, per esempio, dove governa il mio amico Danilo Villa, le questioni di maggioranza sono state tutte sistemate e adesso la giunta è solida».
Floriano Zambon, sindaco forzista di Conegliano Veneto, dove la Lega nel 2012 «per un diktat a livello nazionale» — dice lui — passò all’opposizione, è convinto piuttosto che gli effetti veri del divorzio Salvini-Berlusconi — referendum a parte — si vedranno nella primavera del 2017 quando sarà tempo di stringere gli accordi per la nuova tornata elettorale. «Ma è anche vero, come si dice dalla nostre parti, che da qua a quel dì muore il cieco e anche quello che lo accompagna … Insomma, le cose in politica possono cambiare molto rapidamente. Al momento — conclude Zambon — Lega-FI vanno d’accordo a Castelfranco Veneto, a Montebelluna…».
Eppure c’è chi scommette che una brutta sorpresa potrebbe avere proprio l’anno prossimo l’ex sindaco di Voghera (attualmente commissariata), Carlo Barbieri di FI, che a fine gennaio sarà chiamato al ballottaggio col Pd. Chissà che cosa starà pensando, in proposito, il potente capogruppo della Lega in Senato, Gian Marco Centinaio, pavese di nascita. La Lega, un tempo fedele alleata, dopo i fatti di Padova potrebbe «vendicarsi» lasciando da solo Barbieri alle urne. È così? «Non temo dispetti — risponde pronto l’interessato —. Anche perché il dispetto più grosso verrebbe fatto ai cittadini. In qualità di coordinatore di Forza Italia nel Pavese, però, devo sottolineare i rapporti buoni di collaborazione che esistono in tanti Comuni, dove siamo andati avanti e abbiamo vinto insieme: penso a San Genesio, a Sannazzaro de’ Burgondi e altrove…».
Nei Comuni del Nord dove la Lega è bulgara, come Vigevano per esempio, il problema dei rapporti di forza non si pone proprio. E così pure là dove giganteggia Forza Italia: è il caso di Gorizia, dove l’ex senatore Ettore Romoli, forte della sua maggioranza di 25 consiglieri, di cui 2 soli della Lega, guarda al futuro con una certa serenità: «Comunque — dice lui — pare che a Padova il sindaco leghista Bitonci se la sia andata a cercare, con le asperità del suo carattere. Perché ad esempio il fortino rosso di Monfalcone, domenica scorsa, l’abbiamo espugnato insieme» e adesso è in mano alla sindaca leghista Anna Maria Cisint.
Anche a Novara la Lega governa col sostegno di Forza Italia. E a Savona gli «azzurri» sono appoggiati dal Carroccio. «Ma perché vi meravigliate? — eccepisce il sindaco rodigino Bergamin —. A Firenze sul palco con Salvini c’era anche Toti…». «E i nostri sindaci erano sotto il palco — aggiunge il vogherese Barbieri —. Dalla Valle Staffora si sono mossi in tanti». E dunque, per adesso, l’alleanza scricchiola ma funziona. Nelle grandi città come nei piccoli Comuni: Venezia (dove comunque Brugnaro è del tutto autonomo), Trieste, Codroipo, Sacile, Quarto d’Altino, Musile di Piave. «A Cividale — conclude il sindaco Stefano Balloch, assai vicino a Silvio Berlusconi — noi e la Lega stiamo insieme dal 2000. È vero che in politica gli equilibri sono precari, ma per adesso ci possiamo accontentare ».
Il Corriere della Sera – 14 novembre 2016