Lunedì Calderoli incontra l’Anci. In attesa del 2 febbraio, data in cui scadrà lo slittamento concesso dal governo, il ministro per la Semplificazione normativa vedrà l’associazione dei comuni. Il Pd: “Caro Bossi, ti stanno portando via la riforma”
Si stringono i tempi per le trattative sullo schema di decreto legislativo per il federalismo municipale. In attesa del 2 febbraio, data in cui scadrà lo slittamento concesso dal governo, lunedì alle 12 il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, incontrerà l’Anci. Ci sarà il presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani Sergio Chiamparino, mentre sarà assente il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Sempre lunedì scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti alla proposta di parere di maggioranza presentata dal presidente della commissione bicamerale Enrico La Loggia, che è anche relatore del provvedimento.
La scelta di far slittare di una settimana il varo del provvedimento è stata fatta nel consiglio dei ministri, riunitosi ieri mattina. Una scelta legata alle osservazioni critiche dell’Anci 1.
Per l’associazione dei Comuni la disciplina transitoria prevista nel provvedimento “non contiene quelle risposte in materia di autonomia che potevamo consentire di recuperare, anche se parzialmente, i tagli alle risorse prodotti nel 2010”. In particolare lo sblocco dell’addizionale Irpef (per il quale il governo ha previsto un decreto ad hoc), il contributo di soggiorno e la devoluzione dell’incremento di gettito dei tributi immobiliari attribuiti ai Comuni.
L’Anci chiede, tra le altre cose, di sbloccare da subito il potere di modificare o introdurre l’aliquota dell’addizionale comunale all’Irpef, di prevedere che l’incremento di gettito dei tributi devoluti resti nei Comuni in cui è prodotto e la possibilità di applicare immediatamente il contributo di soggiorno a tutti i Comuni e riportarlo ai valori già individuati nella legislazione vigente. Chiede, inoltre, di stabilire modalità che consentano di decidere insieme le aliquote di compartecipazione ai tributi immobiliari, all’Iperf e alla cedolare secca.
Note critiche arrivano anche dal Pd. Per Beppe Fioroni “il federalismo così come è non va bene e non basta. Ha poca sussidarietà, meno in termini di solidarietà, e men che meno in termini di fraternità”. Mentre, in una lettera aperta pubblicata questa mattina sul sito di Trecentosessanta (l’associazione che fa capo a Enrico Letta), il senatore Marco Stradiotto e il deputato Francesco Boccia, entrambi componenti della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, mandano un messaggio a Bossi: “Ormai è chiaro a tutti che questo questo non è federalismo. È un ibrido che rischia di trasformarsi in un pasticcio che non determinerà né autonomia né equità. Caro Bossi, glielo stanno portando via”.
Repubblica.it – 22 gennaio 2011