Se la Regione non affronterà tempestivamente le gravi criticità in cui versano i servizi veterinari delle Ulss del Veneto, il Sindacato dei veterinari di medicina pubblica è pronto a mettere in atto ogni legittima forma di protesta e di lotta. Lo annuncia il segretario regionale Sivemp-Fvm, Franco Cicco, in una lettera inviata, nei giorni scorsi, al presidente della Giunta regionale Luca Zaia, agli assessori alla sanità e all’agricoltura, Luca Coletto e Giuseppe Pan, e alla presidenza della commissione sanità. Cicco ribadisce l’adesione del Sivemp-Fvm allo sciopero nazionale del 17 e 18 marzo in difesa della sanità pubblica, ma affronta nel dettaglio anche le gravi e peculiari problematiche di quella che definisce “una situazione di emergenza diventata insostenibile” e che sono alla base della protesta in Veneto. Il suo è un vero e proprio grido di allarme rivolto alle istituzioni, alle categorie economiche e ai cittadini veneti.
“La grave carenza di personale veterinario nelle Ulss del Veneto si è acuita al punto da non essere oggi più tollerabile – spiega il segretario Sivemp-Fvm -. Questo stato di cose, oltre a pregiudicare il soddisfacimento dei Lea, mette a rischio la salute pubblica, la sicurezza alimentare e la capacità di affrontare adeguatamente e con tempestività le emergenze che dovessero verificarsi”.
I numeri, d’altro canto, parlano chiaro. “In Veneto attualmente sono in servizio circa 330 veterinari dipendenti delle Ulss. Un dato estremamente ridotto a fronte della mole di attività cui sono chiamati i veterinari pubblici veneti, ma addirittura esiguo se confrontato ai 600 veterinari in servizio in Lombardia o ai 500 in Emilia Romagna. Regioni, entrambe, con patrimonio zootecnico e agroalimentare paragonabile al nostro”. Per far fronte alle attività d’istituto le direzioni delle aziende sanitarie fanno ricorso in modo estemporaneo e ripetuto a incarichi a professionisti aggregati ai Servizi veterinari, con l’utilizzo di tipologie contrattuali improprie e non regolate da accordi collettivi. Questo stato di cose determina una disarticolazione dell’organizzazione delle strutture e un indebolimento del livello delle prestazioni sanitarie.
La sanità veterinaria pubblica veneta ha dimostrato nel tempo la propria disponibilità al dialogo, ricercando le occasioni di confronto con i vertici della sanità regionale, ma, afferma Cicco, “le nostre istanze non sono state ascoltate”.
“La situazione in cui siamo costretti a operare oggi è di vera e propria emergenza – sottolinea -. Il taglio al fondo per l’assunzione del personale finisce col determinare, giocoforza, una inevitabile contrazione dei livelli di erogazione delle prestazioni che, nelle attuali condizioni, non siamo più in grado di garantire. Già ora il mancato investimento nella prevenzione in alcune Ulss si sta ripercuotendo sulla filiera agroalimentare. I servizi veterinari, pesantemente sotto organico, non riescono più ad assicurare la sorveglianza e il supporto a quegli operatori che richiedono nuove aperture di attività o l’ampliamento di quelle esistenti, con conseguenti gravi danni economici al sistema produttivo”.
Il Sivemp-Fvm Veneto chiede quindi organici adeguati che tengano conto della necessità di dare risposte immediate agli operatori della zootecnia e del settore agroalimentare del Veneto; la fine del precariato e la stabilizzazione del personale precario mediante applicazione dell’Acn della medicina specialistica in tutte le Ulss del Veneto; il rispetto dei criteri organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione articolati nelle specifiche discipline veterinarie; un livello di governo della prevenzione in ambito regionale in cui siano garantite le professionalità della veterinaria pubblica in Sanità animale, Igiene zootecnica e Igiene degli alimenti di origine animale.
“I veterinari pubblici del Veneto hanno espresso sempre un grande senso di responsabilità continuando in questi anni a dare il loro sostegno e il loro indispensabile contributo alla salute pubblica e all’agroalimentare veneto – conclude il segretario Sivemp-Fvm – Oggi chiedono con decisione impegni tempestivi e risposte precise. E se le gravi criticità e la situazione di emergenza in cui versano i servizi non saranno tempestivamente affrontate, annunciano sin d’ora la volontà di continuare a mettere in atto ogni legittima forma di lotta”.
(A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto) – 23 febbraio 2016