Fvm Veneto ha ufficializzato, in una lettera inviata all’assessore alla sanità Luca Coletto, al segretario per la sanità Domenico Mantoan, al presidente della V commissione Leonardo Padrin e al responsabile dell’Unità di progetto veterinaria Giorgio Cester, la propria contrarietà alle previsioni contenute nel Pssr 2012-2016 in merito ai servizi veterinari. Contrarietà già espresse in una nota inviata il 21 febbraio scorso che la Regione ha evidentemente ignorato. Il segretario regionale Roberto Poggiani comunica quindi di aver dato mandato ai propri uffici legali di valutare attentamente alcuni passaggi del Piano licenziato dalla V commissione «che si ritengono illegittimi. E, nel caso il testo non dovesse essere modificato secondo le previsioni di legge, Fvm Veneto si riserva di tutelarsi in tutte le sedi».
Nello specifico il segretario Fvm Veneto rimarca che «i servizi veterinari sono citati solo con questa unica e generica denominazione, senza alcun riferimento ai tre diversi Servizi, con specifiche discipline, che li costituiscono. Gioverà a questo punto ricordare che, con l’entrata in vigore del Dlgs 229/99, la denominazione di “aree funzionali” è stata superata e che la stessa Dgr 3415/2002 stabilisce che i Servizi veterinari del dipartimento di Prevenzione sono composti e articolati nel modo seguente: Servizio di Sanità Animale; Servizio di Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati; Servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche».
«Ora la Regione Veneto in palese violazione della normativa vigente – continua la nota – non cita i tre diversi Servizi veterinari con la loro esatta denominazione e la loro specificità. Poiché nella nota del 21 febbraio 2012, richiamata in premessa, questo sindacato aveva già evidenziato l’errore, dobbiamo concludere che l’accanimento con cui continua ad essere ignorato il dettato normativo nasconda intenti precisi che non possono che allarmarci».
E aggiunge: «Permangono inoltre le nostre decise perplessità sulla previsione, che viene applicata nel nuovo Piano socio sanitario unicamente ai servizi veterinari, di una rimodulazione «del modello organizzativo anche su base interaziendale al fine di ottimizzare l’erogazione dei Lea. Non comprendiamo perché la Regione Veneto, che non ha “voluto” adottare il modello provinciale per quanto riguarda le Ulss, abbia deciso di accollare ai soli servizi veterinari un’organizzazione che amplia il territorio di attività, tra l’altro in un momento di grave contrazione delle risorse. Il peso di una previsione di questo tipo ricadrà, ancora una volta, sulle spalle dei veterinari dipendenti, che già assicurano la maggior parte delle prestazioni con organici risicatissimi e spesso con l’utilizzo delle proprie auto private».
a cura di C.Fo – 22 aprile 2012