«Nell’organizzazione dei servizi veterinari delle Ulss del Veneto ci sono gravi inadempienze che rischiano di compromettere il buon andamento dell’amministrazione pubblica, l’efficienza e la funzionalità degli stessi servizi».
A lanciare l’allarme è Maria Chiara Bovo, presidente della Federazione veterinari e medici del Veneto che segnala, «con profonda preoccupazione, la situazione di alcune Ulss che, con grave ritardo, ancora non presentano un assetto definitivo per quanto riguarda la nomina dei direttori di struttura complessa dei servizi veterinari in seno ai Dipartimenti di prevenzione».
«Inoltre va ricordato – prosegue Bovo – che le linee guida per la predisposizione dell’atto aziendale, emanate con Dgrv 2176/2017, prevedono obbligatoriamente l’istituzione, all’interno del Dipartimento di prevenzione, del Dipartimento funzionale di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, cui afferiscono gli stessi servizi veterinari».
Invece, a distanza di tre anni dall’unificazione delle Ulss e dalla definizione del loro assetto finale, «perdura troppo spesso una situazione di provvisorietà e incertezza. In molti casi mancano i direttori definitivi delle Uoc veterinarie e, quasi ovunque, non è stato costituito il Dipartimento funzionale. Tutto questo comporta il grave rischio di compromettere il buon andamento dell’amministrazione pubblica, l’efficienza e la funzionalità degli stessi servizi».
Come sindacato, osserva la presidente Fvm «più volte abbiamo stigmatizzato e fatto presente ai vertici della sanità regionale e delle aziende sanitarie il ritardo nell’applicazione delle vigenti disposizioni normative e contrattuali che prevedono, entro 12 mesi dall’adozione degli atti aziendali, secondo l’art. 18 del Ccnl 8/6/2000, e comunque non oltre 18 mesi, ai sensi del più esteso margine concesso dall’art. 22 del Ccnl 19/12/2019, quale limite temporale massimo di permanenza di direzione interinale delle strutture».
Inoltre «siamo costretti ad assistere a situazioni paradossali, in cui, ad esempio, per talune strutture veterinarie, non solo manca il direttore incaricato, ma si ricorre all’affidamento di incarichi direttivi plurimi ad un solo soggetto, cosiddetti “a scavalco”, pur essendo presenti in tutte le aziende Ulss “ritardatarie” dirigenti aventi le caratteristiche per essere nominati nell’incarico interinale o dirigenti che abbiano superato la procedura selettiva nella disciplina di appartenenza».
Uno stato di cose che «non trova giustificazione organizzativa alcuna». E di cui Fvm chiede al più presto il superamento, «attraverso la sollecita correzione di tutte quelle situazioni che non sono coerenti con l’applicazione della normativa di riferimento e non sono rispettose del dettato contrattuale»