Due interrogazioni ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute in tema di etichettatura non conforme e informazioni ingannevoli per i consumatori sono state presentate nei giorni scorsi in Senato.
La vicenda
Alcuni articoli di stampa hanno riportato l’indagine effettuata nei mesi scorsi dal Codacons presso tre punti vendita di altrettante catene di supermercati di Roma. L’ispezione aveva portato alla luce l’esistenza di decine e decine di prodotti alimentari non conformi agli standard previsti dalla normativa in materia e potenzialmente in grado di trarre in inganno i consumatori. La vittima? L’italianità dei prodotti, con frodi che stanno diventando ricorrenti e che trovano spazio anche nella distribuzione moderna, come peraltro sottolineato dal Rapporto Agromafie Coldiretti-Eurispes già dal 2011.
Nel primo punto vendita a finire sotto l’attenzione del Codacons sono stati gli yogurt e i latticini contenuti nel banco frigo, dove numerosi cartelloni indurrebbero a pensare che i prodotti provengono tutti da aziende vicine a Roma o, al massimo situate all’interno della regione. Invece, secondo il rapporto-denuncia, il banco frigo contiene non solo yogurt e latticini, ma anche altri alimenti come ad esempio il pesto e la maggior parte degli yogurt sono prodotti e confezionati nel Trentino o in altri luoghi distanti dal Lazio. Il Codacons aveva chiesto inoltre di fornire la documentazione probante le caratteristiche vantate sulle confezioni di due alimenti; una marca di latte e il pane biologico. In mancanza di risposta, ha provveduto a segnalare le irregolarità riscontrate all’azienda stessa e, per conoscenza, alla Asl di Viterbo. La prima non ha risposto, mentre la seconda ha comunicato di aver disposto – a seguito dei controlli- la sospensione della produzione, della registrazione regionale e la distruzione di alcune partite del suddetto latte. Successivamente, l’associazione ha contestato altri 30 prodotti presi a campione sugli scaffali dello stesso punto vendita ma l’azienda in questo caso ha promesso di modificare le etichette palesemente ingannevoli. Tutto finito? Non ancora. Dopo alcune settimane sotto i riflettori del Codacons finiscono ancora una volta altri 40 prodotti nei quali vengono rilevate gravissime difformità nella etichettatura. L’associazione a questo punto si è rivolta anche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e a quella per le Garanzie nelle comunicazioni, chiedendo controlli e la sospensione temporanea della vendita dei prodotti non conformi alla normativa.
Non migliore la situazione rilevata nel secondo store della capitale. In questo punto vendita, secondo quanto riferito dal Codacons, sulle etichette del 60 per cento dei prodotti venduti come di elevata qualità presi a campione non venivano indicate le quantità e le percentuali contenute degli ingredienti caratterizzanti. Inoltre, le indicazioni laddove presenti non erano né chiare, né facilmente comprensibili per il consumatore medio. Anche in questo caso dopo la richiesta di chiarimenti da parte del Codacons l’azienda ha ammesso le irregolarità.
Infine al terzo punto vendita oggetto dell’indagine, è stata contestata l’etichettatura di una trentina di prodotti per presunti profili di ingannevolezza e frode. In quest’ultimo caso il Codacons, ha chiesto alle autorità di effettuare ispezioni sull’intera filiera di produzione, vendita e somministrazione degli alimenti e di verificare l’esistenza di eventuali sofisticazioni e frodi alimentari, sanzionando nel caso le imprese che hanno violato i principi di concorrenza e tutela del mercato.
Le due interrogazioni
Attraverso le due interrogazioni i firmatari chiedono ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute se siano al corrente dei fatti esposti; se e quali azioni di controllo intendano promuovere per accertare la corrispondenza alla normativa in materia delle etichette apposte sui prodotti esposti in vendita presso i tre store oggetto del rapporto, nonché presso tutti i punti vendita alimentari; se e quali provvedimenti di competenza intendano adottare, più in generale, per tutelare il diritto di scelta e la salute dei consumatori, in considerazione del preoccupante aumento di casi di ingannevolezza, italian sounding e contraffazione che si riscontrano nel settore alimentare.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 8 febbraio 2014