I sindacati guardano con preoccupazione alle modifiche al Ddl temendo che venga compromesso l’equilibrio sulle misure di contrasto alla cattiva flessibilità e sulle sanzioni per i licenziamenti illegittimi
È questo, in estrema sintesi, il messaggio che arriva da Cgil, Cisl e Uil alla Commissione lavoro del Senato che inizia oggi l’esame degli 800 emendamenti – si attendono quelli dei relatori – con l’obiettivo di terminare sabato, anche se l’inizio del voto previsto per il 2 maggio potrebbe slittare poiché la commissione Bilancio che deve dare parere sulla copertura economica è impegnata con il Def. Le norme sui licenziamenti sono oggetto di diversi emendamenti (si veda «Il Sole – 24 ore» di ieri), ma la leader della Cgil, Susanna Camusso, frena, confermando il pacchetto di 16 ore di protesta, compreso lo sciopero generale: «Sentiamo che si vuole intervenire sull’articolo 18 e rispondiamo dicendo che la nostra mobilitazione continua». Secondo la Camusso «sulla precarietà c’è troppo poco e sugli ammortizzatori ci sono ancora troppe incertezze».
Il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, auspica che «non si metta mano all’articolato frutto di un faticoso compromesso», che «non siano apportate modifiche che rischiano di rompere l’equilibrio raggiunto con fatica», invitando il «governo a non rimangiarsi le misure su partite Iva e associati in partecipazione». Quanto alla Uil, anche per Guglielmo Loy «l’equilibrio raggiunto è molto precario», la «mediazione affidata alla politica piuttosto che alle parti sociali ha prodotto una sintesi modesta rispetto al più ambizioso disegno originario». Il rischio, per Loy, è che «con gli emendamenti vengano attenuati gli interventi contro la cattiva flessibilità e non venga garantita l’estensione degli ammortizzatori».
Delle prossime mosse parleranno i leader dei sindacati confederali domani, alla tradizionale conferenza stampa sul 1° maggio: «Ci sono molti terreni comuni su cui agire – aggiunge la Camusso –. Ci sono posizioni unitarie su temi come l’universalità degli ammortizzatori sociali, inoltre le nostre categorie degli agricoli scioperano per ottenere le modifiche sui voucher e sulla cosiddetta mini Aspi». Il sindacato sollecita modifiche su questi punti: «L’estensione dei voucher a tutte le imprese agricole – spiega Loy – ha l’effetto di smantellare il contratto per 300mila persone, mentre con la cosiddetta mini Aspi (il nuovo ammortizzatore per i lavoratori con carriere discontinue, ndr) circa 400mila stagionali avranno un duplice danno, in termini di importo dell’indennità e di contribuzione previdenziale, con la conseguenza che prenderanno poco più della pensione sociale». Oltre alla riforma del mercato del lavoro, per il sindacato il prossimo terreno di iniziativa è quello della crescita. «Il governo ha continuato a fare solo politiche di rigore e il dato oggettivo è che la disoccupazione continua ad aumentare», continua la Camusso mentre «la crescita continua a essere rinviata». I sindacati sollecitano una soluzione per i cosiddetti “esodati”, considerata «urgente» dalla Commissione Lavoro della Camera che nel parere sul Def fa riferimento a quanti «avendo perso il lavoro, si sono trovati senza copertura di ammortizzatori sociali e senza la possibilità di accedere alla pensione».
ilsole24ore.com – 26 aprile 2012