di Andrea Bassi. ?Come verrà battezzato non è stato ancora deciso. L’idea sarebbe quello di chiamarlo «Italia semplice», oppure un più diretto «taglia burocrazia». Nome a parte, Matteo Renzi ha deciso di innestare la quarta sul provvedimento, o sul pacchetto di provvedimenti, con i quali ha intenzione di rivoluzionare la Pubblica amministrazione. Il tema non sarà solo quello degli statali che, anzi, potrebbe essere oggetto di una legge delega.
Quello su cui il governo ha intenzione di fare in fretta sono le semplificazioni amministrative, aprire le sbarre di quella «gabbia» ben descritta ieri dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi durante l’assise annuale degli industriali.
Le novità non saranno poche. Nella migliore tradizione renziana tutto avrà una data certa con un cronoprogramma. Tra le novità ci sarà anche quello che si può definire lo «switch off» della carta. Dal 2016 scomparirà ogni forma di comunicazione cartacea tra i cittadini e le imprese da un lato, e la pubblica amministrazione dall’altro. Come annunciato da Renzi ogni cittadino avrà un «Pin» con il quale interagire con la Pa. Il governo punterà molto sullo sviluppo del digitale. L’intenzione è di fare in modo che, sempre entro il 2016, la banda ultra larga sia diffusa su tutto il territorio nazionale. Così come il cronoprogramma prevede la predisposizione di un sistema unico dei pagamenti on line entro il 2015.
LO SWITCH OFF DELLA CARTA
Non ci sarà solo questo. Il capitolo dedicato esplicitamente alle imprese sarà ampio. L’idea è quella di eliminare ogni richiesta di documentazione o certificato di cui il sistema pubblico disponga o possa disporre. Altro punto centrale dell’azione «taglia-burocrazia» sarà la standardizzazione delle procedure. Fare insomma in modo che per lo stesso procedimento in materia edilizia, ambientale e di impresa, le procedure siano le stesse (o molto simili) su tutto il territorio. Semplificazioni ad hoc dovrebbero riguardare il settore dell’edilizia, con autorizzazioni sismiche e paesaggistiche più semplici per i piccoli interventi, che comunque rappresentano i due terzi del totale.
Inoltre sarà rivisto il sistema decisorio della Pubblica amministrazione in modo da trasformare le conferenze di servizio in luoghi veloci di decisione in cui ogni livello di governo potrà essere presente al massimo con un solo rappresentante. Come annunciato ci sarà anche l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione delle imprese alle camere di commercio, e sarà reso più oneroso il ricorso ai Tar. Nella sospensione cautelare nel processo amministrativo l’udienza di merito dovrà esserci entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, con la condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
LE MISURE PER I CITTADINI
Ci sono poi misure che andranno a favore sia delle imprese che dei cittadini. Alcune, anzi, saranno recuperate direttamente dal rapporto sulle 100 procedure più complesse emerse dalla consultazione pubblica che si è conclusa ad aprile. Quasi certamente troverà spazio nel provvedimento una norma per la quale i malati cronici non dovranno più recarsi mensilmente dai medici per farsi prescrivere farmaci che sono costretti ad utilizzare per periodi spesso molto prolungati. Per loro le ricette avranno una validità più lunga, probabilmente annuale.
Ma si starebbe valutando anche la possibilità di accogliere altri suggerimenti, soprattutto quelli sulle semplificazioni fiscali. Renzi ha annunciato che il primo provvedimento di attuazione della delega fiscale sarà l’invio a tutti i dipendenti pubblici e i pensionati della dichiarazione dei redditi.
Tra le proposte di semplificazione arrivate a Palazzo Chigi ce n’è un’altra che avrebbe colto l’interesse del premier, ossia quella di concentrare gli appuntamenti fiscali (dal bollo, alla tasi, alla dichiarazione, etc), in due al massimo tre appuntamenti annuali. E comunque facendo sempre in modo che la maggior parte degli adempimenti arrivino precompilati direttamente a casa dei contribuenti. Questa sì una vera rivoluzione, che metterebbe in pratica fuori mercato i Caf, i centri di assistenza fiscale, spesso controllati dai sindacati e che vivono della complessità del Fisco.
Il Messaggero – 30 Maggio 2014