Un combinato disposto tra gli articoli della riforma del lavoro sancisce l’impossibilità di tirocini presso la Pubblica Amministrazione.
Ad essere sospesi anche quelli presso il ministero degli Esteri, il cui bando aveva già vincitori e destinazioni. La denuncia della Conferenza dei Rettori. I vincitori ‘sospesi’: “Ci tolgono la possibilità di costruire il nostro futuro”. La replica della Farnesina: “Entro sei mesi avremo un preciso quadro normativo di riferimento”
SI TRATTA di un combinato disposto tra due articoli della riforma Fornero. Da un lato il divieto di stage e tirocini gratuiti. Dall’altro, l’impossibilità – attuando questa disposizione – di altri oneri per lo Stato. L’effetto è la sospensione dei tirocini presso la Pubblica Amministrazione. E a cadere sotto la scure della Fornero è anche lo “storico programma di tirocini del ministero degli Affari Esteri”, inaugurato nel 2001. La denuncia arriva dal Crui, la Conferenza dei Rettori e delle Università Italiane. Che mette l’accento sull’interruzione forzata di migliaia di percorsi formativi in cui erano inseriti gli studenti più meritevoli degli atenei del Belpaese.
La posizione della Conferenza dei Rettori è affidata ad una nota: “I numeri parlano chiaro. Undicimila ragazzi in 10 anni hanno portato a termine un’esperienza formativa in una delle nostre rappresentanze diplomatiche all’estero coinvolte dal programma. 164 Paesi di tutto il mondo. 76 Università partecipanti”. Un tirocinio formativo che ha rappresentato per migliaia di giovani “un’esperienza importante e un indiscutibile elemento di valore da inserire nel proprio curriculum”.
Un momento non solo di pura formazione, ma un modo per accedere al mondo del lavoro. Un’opportunità importante, “soprattutto in un momento di estrema compressione del mercato quello che stiamo vivendo”. Un momento in cui “la competizione si fa più serrata e nel quale un’esperienza pregressa può fare la differenza nel momento in cui si avvia la ricerca di un primo impiego”.
Sullo sfondo, appunto, la critica alla sospensione forzata delle attività formative dei giovani. “Non compete alla Crui e alla Fondazione verificare se nel nostro Paese si sia abusato del tirocinio per coprire forme inaccettabili di utilizzo di manodopera a costo zero”, dice il presidente Marco Mancini. E, tuttavia, “è necessario stabilire una volta per tutte e in maniera chiara che esiste una differenza sostanziale fra quei possibili ed eventuali abusi e i tirocini formativi e di orientamento proposti dalle Università”.
E se il ministero tace aspettando di chiarire la situazione, centinaia di ragazzi restano con il fiato sospeso. Tutto annulato via mail. Andrea Marras, uno dei vincitori del bando, racconta a Repubblica.it la sua esperienza. “La selezione dei 555 tirocinanti per il 2012 è stato chiusa nei primi giorni di maggio e il 25 giugno i vincitori sono stati contattati per comunicare la sede di destinazione”. Andrea, studente dell’università di Cagliari, doveva svolgerlo dal 3 settembre al 3 dicembre. Sede: la Farnesina.Tutto cambia il 2 luglio. “Incominciano ad arrivare le mail da parte dei vari uffici delle singole Università in cui si comunicava che era stata decisa una sospensione per avere chiarimenti da parte del ministero riguardo le nuove disposizioni della legge Fornero”. Tirocinanti “esodati”, insomma.
Ancora Marras. Che dopo 5 anni di studio ed una laurea triennale con 110 riponeva “grandi speranze in questo tirocinio che non dava direttamente diritto a nessun rimborso però la mia università dava una borsa di mobilità di 1000 euro lordi al mese per i 3 mesi di durata dello stage”. E il problema di fondo è che “se con la Legge Fornero si vogliono ridurre i rischi di svolgere tirocini in modo gratuito, al tempo stesso è vero che in questo modo molti tirocini potrebbero direttamente non esistere più”. Infatti, per chi “vuole almeno provare ad iniziare la carriera diplomatica questa era una buona opportunità e soprattutto molti miei colleghi di altri atenei erano disposti ad accollarsi tutte le spese comprese quelle dei voli aerei verso New York od il sud est asiatico”. E per 555 giovani italiani, il rischio e di perdere per sempre questa opportunità.
La risposta della Farnesina. L’articolo 1 della riforma Fornero, commi 34-36, “stabilisce, in materia di tirocini formativi, che Governo e Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, devono stipulare, entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, un accordo per la definizione di linee-guida condivise in materia di tirocini formativi”. E la legge stabilisce “comunque il principio della congrua indennità”. Per i tirocinii al Mae, quindi, “è indispensabile disporre di un quadro di riferimento normativo chiaro e preciso. Solo a seguito della definizione delle linee-guida sarà possibile rivedere la disciplina degli stage presso il Mae”. La Farnesina, comunque, “si è immediatamente attivata con la CRUI per approfondire assieme la ricerca di una soluzione, con lo scopo di salvaguardare in futuro la possibilità, anche parziale, di tirocini presso la rete diplomatico-consolare, cui il Mae attribuisce grande valore formativo per le nuove generazioni di esperti di relazioni internazionali”.
Altra questione, le spese eventualmente già sostenute dai vincitori del bando. Ancora dalla Farnesina: “Immediatamente dopo l’approvazione della riforma abbiamo chiesto alla CRUI di comunicare agli Atenei di appartenenza degli idonei, e agli idonei stessi, che lo svolgimento del tirocinio non può al momento essere confermato e che gli idonei devono astenersi dal prendere iniziative organizzative fino a nuove indicazioni. Non prevediamo pertanto rimborsi”.
Repubblica – 6 luglio 2012