Corriere della Sera. Tra oggi e il prossimo giugno potrebbero morire in Italia altre 28 mila persone contagiate dal Covid-19 e dalle varianti del virus. Nello scenario peggiore, il numero di vittime potrebbe salire a 33 mila. Ma se la campagna di vaccinazione procederà a ritmo sostenuto e senza intralci, 10 mila vittime saranno evitate. E altre mille vite saranno salvate se tutti continueranno ad indossare la mascherina, un’abitudine che è ormai consolidata per oltre il 95 per cento della popolazione italiana, con un livello di rispetto e attenzione tra i più alti al mondo. Le previsioni sono contenute nell’ultimo report dell’Institute for health metrics and evaluation («Ihme»), centro di ricerca di Seattle creato nel 2007 dalla fondazione di Bill Gates e ritenuto uno dei centri più avanzati al mondo per le statistiche sanitarie globali.
Gli scenari aggiornati includono tutti gli elementi più attuali, a partire dalla diffusione delle varianti, e comprendono l’imposizione di misure più restrittive quando aumenterà il numero dei decessi. Inoltre, si considera che il programma di vaccinazione vada avanti senza intralci. In questo quadro, i ricercatori prevedono che in Italia la terza ondata raggiungerà il proprio apice tra la metà di marzo e la metà di aprile (con un possibile prolungamento nello scenario peggiore). Il numero dei decessi, in questa evoluzione, dovrebbe attenuarsi, fino ad arrivare vicino allo zero, nel prossimo giugno inoltrato. Ma l’aspetto più critico riguarda la pressione sul sistema sanitario. «In un certo momento, fino a giugno prossimo, 15 Regioni avranno un livello di stress elevato o estremo sugli ospedali e 18 Regioni si troveranno nella stessa condizione anche per i reparti di terapia intensiva». Gli epidemiologi e gli analisti di Seattle lavorano sul panorama globale, ma scendono anche nel dettaglio italiano: le Regioni che vanno incontro alle situazioni più nere per la gestione delle terapie intensive sono Marche, Umbria e Campania, più le province di Trento e Bolzano. Molto a rischio anche Puglia, Piemonte e Abruzzo. Ma praticamente quasi tutte le Regioni si troveranno nella situazione di «stress elevato».
Nel 2020 l’istituto «Ihme» è stato al centro di alcune polemiche negli Stati Uniti perché «accusato» di usare un modello troppo «ottimistico», che avrebbe fornito supporto alle decisioni dell’ex presidente Donald Trump. Nell’ultimo aggiornamento invece la previsione è più negativa rispetto agli altri quattro maggiori modelli internazionali per lo studio dell’epidemia (tra cui quello del Massachussets institute of technology e dell’Imperial college di Londra), in particolare per quanto riguarda l’impatto del picco tra marzo e aprile. Lo scenario peggiore è quello in cui le varianti si espandono rapidamente anche in zone finora «risparmiate» e con l’aumento dei vaccini riprende un alto livello di mobilità nella popolazione.