Accesso alla formazione e formazione di qualità: è quanto chiede la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) per i giovani professionisti, laureati e abilitati, che aspettano di iscriversi alle Scuole di Specializzazione. Lo fa con due lettere spedite al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, per sollecitare un incontro a tre a seguito delle ultime notizie della stampa, che segnalerebbero un nuovo ostacolo sulla strada del Concorso per le Scuole di Specializzazione.
Dopo qualche ritardo, tutto sembrava essere pronto: a fine luglio, la firma del Ministro Lorenzin sul decreto che fissava a 6.105 il numero di contratti per i medici specializzandi. Pochi, in verità, come lamentato anche dalla Fnomceo, che ne chiedeva almeno mille in più per allargare l’“imbuto formativo”, il collo di bottiglia dovuto alla discrepanza tra numero di laureati e posti per la specializzazione, che costringe molti giovani professionisti a perdere anni di lavoro stabile nell’attesa di completare la formazione.
Nel dettaglio, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, “neppure la metà delle scuole è davvero in regola (47,2%), altrettante (43,3%) sarebbero da autorizzare con riserva (devono dimostrare di avere i requisiti), il 9,4 per cento da bocciare (2 risultano non valutabili)”. L’elenco delle 135 è lungo e attraversa l’Italia (c’è Bari, Catanzaro, Messina e Napoli, ma anche Milano, Pisa e Roma).
“Ci auguriamo che questa fuga di notizie sia di stimolo per risolvere in tempi brevi e nel modo migliore una situazione che rischia di penalizzare migliaia di giovani medici, che hanno diritto a completare il loro percorso formativo e alla qualità di tale percorso” afferma il presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani.
“E non è soltanto un loro diritto – continua – , ma un diritto di tutto il Servizio Sanitario nazionale e di tutti i cittadini, perché la qualità delle cure erogate non può prescindere da quella della formazione”.
“Per questo – conclude – chiediamo un incontro chiarificatore ai due Ministeri, che sappiamo già stanno provvedendo ad apportare i necessari correttivi, in modo da arrivare in tempi rapidi a una soluzione condivisa”
27 agosto 2017 – Quotidiano sanità