Resta confermato lo sciopero nazionale del 22 luglio. Nell’incontro di ieri sera con il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sono stati affrontati temi sulla professione e il ministro ha ribadito il suo impegno ad affrontare i temi del contratto, del precariato e delle specializzazioni e ha chiesto ai medici proposte per intervenire sulle progressioni di carriera. Anche sul versante economico Lorenzin ha detto che verificherà le proposte dei sindacati sullo sblocco dei fondi accessori e sulla responsabilità professionale ha ribadito la ncecessità di un intervento rapido anche normativo. I sindacati della dirigenza medica pur apprezzando la disponibilità al hanno evidenziato come sul contratto non vi sia stata nessuna novità e per questa ragione confermato le 4 ore di sciopero all’inizio di ciascun turno per lunedì 22 luglio. Leggi anche Ecco le ragioni dell’intersindacale
Lo sciopero è confermato
I sindacati della dirigenza medica pur apprezzando la disponibilità al dialogo del Ministro Lorenzin hanno evidenziato come sul contratto non vi sia stata nessuna novità e per questa ragione confermano le 4 ore di sciopero per il prossimo 22 luglio.
Oltre allo stop dell’attività negli ospedali, previsto per quattro ore all’inizio di ogni turno, si aggiungerà anche il blocco alle attività dei veterinari. Quindi nessuno controllo nei mercati ittici e ortofrutticoli e blocco della macellazione dei capi di bestiame
Medici, veterinari e dirigenti Ssn confermano lo sciopero: lunedì stop di 4 ore
La difesa del servizio pubblico, l’occupazione per i giovani e la stabilizzazione per i precari, la certezza di tutele contro il rischio clinico. E poi il diritto a riavere un contratto e promozioni rigorosamente per merito, non grazie alle clientele politiche. Con un cahiers de doléances in otto punti, lunedì incroceranno le braccia per mezza giornata ben 130mila dirigenti della sanità pubblica. Tra loro almeno 115mila medici, che per quattro ore – salvando le urgenze – fermeranno ospedali e asl. Ieri l’incontro col ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è stato un flop. Anche se c’era poco da aspettarsi. E così lo sciopero è stato confermato all’unanimità da ben 20 sigle sindacali, compresa quella degli specializzandi, che stamane in conferenza stampa hanno ribadito le ragioni della protesta. In mattinata anche un sit-in al ministero dell’Economia, contro la mancanza di risorse e il blocco del contratto, fermo dal 2009
Tra Lorenzin, Saccomanni e i governatori
Dall’incontro di ieri con Lorenzin, del resto, i sindacati sapevano bene che non avrebbero incassato le rassicurazioni che cercavano. E così è stato. Fatte salve le aperture di credito del ministro della Salute, non ancora certo gli impegni politici da parte del Governo, sui capitoli del “Libro bianco” che i sindacati le hanno esposto. «La nostra protesta in realtà è contro il ministero dell’Economia», afferma qualche leader sindacale. Anche se poi le preoccupazioni riguardano anche alcuni aspetti sui quali il ruolo che vorrà recitare il ministero della Salute, si rivelerà cruciale. Dalla stangata per gli ospedali alle cure H24 sul territorio: tutto ciò, insomma, che potrà avvenire col «Patto per la salute» sul quale sempre ieri, non a caso, il Governo ha avviato il confronto con le Regioni. E già, le Regioni: perché anche i governatori sono un’altra, e insidiosa, controparte per i medici e per tutta la dirigenza del servizio sanitario pubblico.
Un contratto «a costo zero»
La richiesta di riannodare i fili di un contratto fermo in pratica da quattro anni, è tutta da giocare. Riaprire i contratti nella dipendenza pubblica solo per i medici, è impensabile per il Governo. E per tutte le categorie del pubblico impiego. Ma i sindacati medici e della dirigenza sanitaria non medica, chiedono un rinnovo «a costo zero» (ma recuperando alcune parti economiche bloccate), salvo però poter agire sulla parte più prettamente normativa e organizzativa per la professione. Su questo aspetto hanno ricevuto qualche vago consenso dal Governo e dalle stesse Regioni. La sede potrà essere quella del «Patto», appunto, così come si pensa di fare per i medici di medicina generale. Ma tutto è ancora in alto mare, e del resto le scelte che saranno prese sia per gli ospedali che per le cure sul territorio, non depongono necessariamente favorevolmente per la classe medica. E così i sindacati di categoria stanno in guardia.
Rischio liste d’attesa
Intanto incalza lo sciopero di lunedì 22. Che nessuno – né il Governo, né le Regioni – ha potuto, o voluto, arginare. L’astensione sarà di 4 ore, all’inizio di ciascun turno. Insomma, non sarà esattamente una giornata di ordinaria assistenza sanitaria per gli italiani. Nella speranza, ha ricordato il Tribunale dei diritti del malato, che le prenotazioni e gli esami già previsti, vengano recuperati subito. Anche se la tempestività delle cure, in un Ssn dalle liste d’attesa infinite, è un modo di dire.
Stop anche alle macellazioni e ai controlli nei mercati ittici e ortofrutticoli.
Roberto Turno – Il Sole 24 Ore – 19 luglio 2013