A Roma erano centinaia in piazza davanti al Ministero dell’Economia, ma sui cellulari dei leader sindacali dei medici, lo sciopero si manifestava nelle decine di foto e video arrivate da tutta Italia: in piazza a Palermo, nelle corsie dell’ospedale di Vicenza. Ha toccato punte di adesione dell’80% lo sciopero nazionale indetto dai medici pubblici per un nuovo contratto di lavoro e a tutela del Servizio Sanitario Nazionale. A ribadirlo tutte le sigle che l’hanno lanciato: Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil medici e dirigenti Ssn – Fvm federazione veterinari e medici – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials medici – Uil Fplcoordinamento nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria.
«Un contratto bloccato da 8 anni – dichiara Costantino Troise, Segretario Nazionale di Anaao, ai nostri microfoni – non poteva che generare questo tipo di risposta. Lo sciopero di oggi sarà solo il primo, perché arriveremo a portare la protesta fin dentro la campagna elettorale. Sono convinto che sia il Governo che i partiti della maggioranza si assumano una grande responsabilità ad ignorare quel che sta accadendo nel Paese, persi come sono tra bebè, pannolini e bonus di vario tipo. Insomma, non finisce qui».
LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
ANTONINO FRANZESI, SEGRETARIO AAROI EMAC (ASSOCIAZIONE ANESTESISTI RIANIMATORI OSPEDALIERI ITALIANI – EMERGENZA AREA CRITICA)
«Lavoriamo in condizioni sempre più disagiate; la normativa europea sul riposo non è sempre rispettata per cui spesso il personale è costretto a turni veramente massacranti. E da cittadino non vorrei essere assistito da personale stanco e senza la forza e l’energia necessaria per svolgere il proprio lavoro. C’è in gioco la sicurezza del paziente e la qualità delle cure. Protestiamo nella speranza che le nostre preoccupazioni vengano ascoltate e che si corregga il corso di quello che si sta verificando».
FRANCESCO LUCÀ, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DELL’AREA RADIOLOGICA
«Scioperiamo per la salvaguardia della sanità pubblica, che deve essere tale e di qualità. Non possiamo accettare un sistema misto, pubblico e privato, in cui il privato pensa solo al proprio profitto e non alla salute pubblica vera».
MAURIZIO ZAMPETTI, SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO CISL MEDICI
«Regioni e Governo si rimpallano la responsabilità della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Ma se le scuole di specializzazione non vengono finanziate e se non si sblocca il turn over, l’unico risultato che otterremo sarà un sottodimensionamento costante e un invecchiamento della popolazione medica, ormai lasciata allo sbando».
NICOLA PESCETELLI, MEDICO NEOLAUREATO
In piazza, a dire la loro, anche i giovani medici soprannominati “pizza e birra” per via della denuncia che ha fatto scalpore qualche settimana fa: «Oggi – spiega Nicola Pescetelli – manifestiamo in rappresentanza di tutti quei giovani camici bianchi che si trovano bloccati nell’imbuto formativo causato dalla mancata specializzazione di tantissimi colleghi: abbiamo un gap di 15mila medici neolaureati che non riescono ad accedere alle borse di studio ministeriali perché sono troppo poche. A causa di tutto ciò prevediamo che nel futuro molti colleghi non riusciranno a specializzarsi e non potranno lavorare in ambito ospedaliero. Il messaggio che vogliamo dare a tutti è che questo discorso non riguarda solo noi operatori sanitari, ma tutti i pazienti, in particolare i giovani che in futuro avranno difficoltà a trovare professionisti specializzati».
ANDREA FILIPPI, SEGRETARIO NAZIONALE FP CGIL MEDICI
«Nella Legge di Bilancio la parola ‘sanità’ non compare nemmeno una volta. Non c’è nessuna strategia di ristrutturazione del Servizio Sanitario Nazionale né alcuna strategia di legittimazione economica e professionale dei protagonisti della sanità, gli operatori della dirigenza e del comparto. È necessario trovare il giusto disposto tra la legittimazione dei ruoli professionali e la tutela del diritto alla salute della cittadinanza. Sul sostegno della Lorenzin meglio soprassedere, non crediamo ai Ministri di lotta e di governo. Ognuno si assuma le proprie responsabilità».
GIORGIO CAVALLERO, SEGRETARIO GENERALE COSMED
«L’attuale situazione del SSN porta ad una estrema difficoltà di soddisfare le esigenze dei cittadini, che se ne rendono conto per le lunghe liste di attesa, la mancanza dei posti letto, l’ingorgo dei pronto soccorso: è un problema sociale di carattere generale».
GUIDO QUICI, PRESIDENTE CIMO
«Stiamo assistendo alla dismissione della sanità pubblica a favore di quella privata. Il depauperamento delle risorse, insieme ad un contratto che tarda ad arrivare, non fanno che demotivare il personale che non vede l’ora di andare o in pensione o di lavorare nelle strutture private».
ALDO GRASSELLI, PRESIDENTE DELLA FVM (FEDERAZIONE VETERINARI MEDICI, FARMACISTI E DIRIGENTI SANITARI)
«Lo sciopero della sanità di oggi è di per sé un fallimento della politica sanitaria del governo. Scioperiamo con l’appoggio del Ministro e delle Commissioni Sanità di Camera e Senato che hanno sottoscritto gli emendamenti alla Legge di Bilancio che abbiamo presentato. Non si capisce come il governo sia sordo alle nostre richieste. In queste condizioni il SSN scenderà verso il baratro, e in picchiata».
GIUSEPPE ETTORE, PRESIDENTE FESMED (FEDERAZIONE SINDACALE MEDICI DIRIGENTI)
«Siamo qui non solo per il rinnovo del contratto ma anche per il rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale che possa assicurare maggiore qualità delle cure e sicurezza della professione. È necessario investire sulla professione, soprattutto sui percorsi formativi di medici e specializzandi».
«La partecipata adesione che, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze, ha toccato punte di adesione dell’80%, il sit in a Roma davanti al MEF, le altre 50 iniziative simili organizzate per l’Italia, testimoniano coscienza dell’importanza della posta in gioco – affermano gli organizzatori dello sciopero -. Vale a dire contrastare una condanna a morte annunciata della sanità pubblica che sta travolgendo insieme i diritti dei cittadini, che vedono sottrarsi prestazioni giorno dopo giorno o trasferirle a carico delle loro tasche, e quelli dei medici e dei dirigenti sanitari, dei quali ruolo, dignità e valori professionali sono marginalizzati in una logica di abbandono. E tutto questo nonostante la reiterazione, in queste ore, di numerosissimi comportamenti antisindacali per impedire il diritto di sciopero, messi in atto da certe Amministrazioni che calpestano anche in questo modo la legittimità di governo del SSN che istituzionalmente devono garantire, così come fanno anche diversi Responsabili di Unità Operativa, piazzati al loro posto dalla stessa politica che nomina gli amministratori».
Sanità Informazione –