È stato dato il via alle audizioni sulla programmazione delle schede ospedaliere 2019-2023 con i direttori generali delle Usl e delle Aziende ospedaliere, il rettore del Bo Rosario Rizzuto e il presidente della Scuola di medicina di Padova Mario Plebani. Tutto questo nel giorno in cui i medici raccolti nella sigla Anaao-Assomed sferrano un nuovo attacco. Se infatti dalle audizioni escono delle opinioni piuttosto positive e le richieste di modifiche riguardano solo piccoli dettagli, il sindacato grida all’apocalisse. «La situazione diventerà ingestibile ma all’amministrazione regionale non importa – dice il segretario Mirko Schipilliti – Solo a Padova città mancheranno 50 posti letto e altri 180 ne mancheranno in tutta la provincia. Le lungodegenze verranno completamente eliminate, una scelta discutibile visto che l’età media va aumentando. Se già oggi capita di vedere letti in corridoio perché non c’è posto per i pazienti, con il nuovo riassetto sarà la norma». Il sindacato dei medici si unisce al coro di critiche sul passaggio dell’ospedale Sant’Antonio sotto l’Azienda ospedaliera. «La missione dell’Azienda è di garantire le cure per tutti i pazienti, anche quelli fuori Italia – spiega Schipilliti – Mentre il compito dell’Usl è di garantire le cure ai residenti. Con l’integrazione del Sant’Antonio al Giustinianeo si perdono posti letto e probabilmente anche risorse. Queste ultime, le Usl le ricevono in base al numero di residenti, quindi avremo il servizio sanitario territoriale che con lo stesso budget di sempre dovrà pagare le prestazioni erogate dall’Azienda ospedaliera che chiederà un contributo più alto». Uno scenario di grande confusione smentito dalla Regione. «Domani (oggi per chi legge, ndr ) avremo in audizione sindaci e sindacati, voglio proprio vedere da dove hanno preso questi numeri – commenta Fabrizio Boron, presidente della V commissione Sanità – Intanto le lungodegenze non spariranno perché sono previste in strutture intermedie, con un supporto più concreto. Inoltre non eliminiamo posti letto, anzi, aumentano. La somma dei posti letto tra Padova Est e il Giustinianeo è uguale alla somma degli attuali posti letto di Azienda ospedaliera e Sant’Antonio più altri 15». Boron ricorda che la Commissione, nel redigere le schede tiene conto delle normative nazionali, cioè il decreto ministeriale 70 del 2015 che stabilisce il numero massimo di posti letto e di apicalità. Il presidente della commissione Sanità sottolinea inoltre che le risorse subiranno un aggiustamento dopo l’unione tra Giustinianeo e Sant’Antonio. «Dirò di più – aggiunge – abbiamo ricevuto l’approvazione per le schede, salvo piccole modifiche. Il rettore Rizzuto e il presidente Plebani ci hanno confermato la loro soddisfazione, anzi, ci hanno detto che è giusto cominciare a programmare ora come dovrà essere la situazione con il nuovo polo di Padova Est perché per organizzare gli anni futuri serve tempo. E anche Luciano Flor, dg dell’Azienda ospedaliera, ha sottolineato la stessa cosa. Senza la programmazione anticipata, non potrebbe partire a maggio con il bando di gara perché non saprebbe cosa ci sarebbe a San Lazzaro».
corveneto