Il 29 dicembre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha pubblicato il nuovo documento Risk Assessment: Risk related to spread of new SARS-CoV-2 variants of concern in the EU/EEA che aggiorna la Valutazione rapida del rischio del 20 dicembre scorso in riferimento alle nuove varianti Sars Cov-2, quella inglese VOC 202012/01, e quella sudafricana 501.V2.
La valutazione
Non vi sono ancora sufficienti verifiche sulla reale diffusione al di fuori del territorio britannico e sudafricano delle varianti SARS-CoV-2 VOC202012/01, lineage B 1.1.7, denominata anche variante inglese o variante sotto indagine e della nuova variante 501.V2, Sud Africa.
Ricordiamo che le prime analisi evidenziano per la variante inglese un aumento della trasmissibilità del virus SARS-COV-2 rispetto alle varianti precedenti; non vi sono ancora indicazioni relative all’aumento della gravità della malattia.
Al di fuori del territorio britannico, sono stati identificati casi di malattia causati dalla variante VOC 202012/01 in Paesi europei: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia. La variante SARS-CoV-2 VOC202012/01 è stata isolata in Australia, Canada, Hong Kong, India, Israele, Giappone, Giordania, Libano, Corea del Sud, Svizzera e Singapore.
Nel frattempo il Sud Africa ha segnalato che da ottobre sono stati identificati più di 300 casi attribuibili alla nuova variante 501.V2 confermata con sequenziamento genico completo (WGS). Ricordiamo che il Sud Africa è un paese molto colpito dal COVID-19. Nella figura 6 del documento ECDC del 29 dicembre (al link sottostante) è riportato l’andamento della malattia; ad oggi la variante 501.V2 è quella prevalente in Sud Africa.
L’ECDC, nel documento del 20 dicembre aveva dato precise indicazioni agli Stati Membri per la prevenzione ed il controllo della diffusione della variante SARS-CoV-2 VOC202012/01, rinnovando tale invito il 29 dicembre con il nuovo aggiornamento riguardante la diffusione della variante 501.V2.
- Le Autorità Sanitarie Pubbliche e i laboratori devono in modo tempestivo attivare un sistema di analisi e sequenziamento di virus isolati da persone infette in modo da identificare la presenza delle nuove varianti.
- I casi di infezione attribuibili alle nuove varianti, devono essere notificati al sistema Early Warning and Response System (EWRS) dell’Unione Europea.
- E’ importante che i sistemi nazionali comunichino pubblicamente la stretta applicazione dei protocolli non farmaceutici ed in particolare indicazioni cogenti per evitare viaggi e attività sociali non essenziali.
- I laboratori devono aggiornare i protocolli per l’esecuzione dei test PCR, le performance ed i dropout del S-gene. I test PCR possono essere utilizzati come indicatori di casi relativi alle nuove varianti per procedere ad ulteriori verifiche mediante il sequenziamento genico e le relative indagini.
- I casi sospetti di reinfezione COVID-19 devono essere attentamente monitorati e strettamente accompagnati da sequenziamento del virus isolato dai pazienti.
- All’implementazione delle campagne di vaccinazione va associato uno stretto monitoraggio degli individui vaccinati per identificare possibili insuccessi e reinfezioni causate da mancata protezione. I virus isolati da questi casi devono essere sottoposti a sequenziamento e caratterizzati geneticamente e antigenicamente.
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(riproduzione ammessa solo citando la fonte – testo raccolto a cura della redazione)
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