Nessuno, tra gli allevatori, ha dimenticato la drammatica irruzione della blue tongue nelle campagne isolane la scorsa estate. La comparsa del sierotipo 4, imputabile ai ritardi dell’Ats nella vaccinazione degli allevamenti dell’Ogliastra e del Nuorese considerati più a rischio, si è portata appresso morte a malattia. Ragion per cui la Regione e i servizi veterinari vogliono scongiurare a tutti i costi una seconda incursione del virus con la prossima campagna di profilassi. A Cagliari, in assessorato, non solo si è deciso di cambiare strategia vaccinale ma si è stilato un piano di contrasto alla malattia che consentirà ad ogni Asl isolana di avere il personale veterinario e le dosi necessarie ad immunizzare tutti i capi e non solo le rimonte come, invece, è accaduto negli anni scorsi.
«Siamo pronti a mettere in campo la campagna di profilassi. Si partirà da quelle zone che, sulla base dell’analisi dello storico da parte dell’Osservatorio epidemiologico veterinario, sono ritenute più a rischio» sottolinea Antonio Montisci, direttore del servizio di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza alimentare. Per zone a rischio si intendono quelle aree dove, tradizionalmente, il virus veicolato dal culicoide ha fatto la sua comparsa per poi imperversare in lungo e largo: il Nuorese, l’Ogliastra e l’Oristanese. Proprio in questi giorni è attesa la pubblicazione della determina del Piano vaccinale con le misure previste per la lotta alla blue tongue che periodicamente affligge le aziende. «Gli allevamenti a rischio in provincia di Nuoro sono 1.700 – prosegue il responsabile dei servizi veterinari regionali –, altri 300 si trovano in Ogliastra». Parte delle scorte vaccinali contro il sierotipo 4 (300mila) sono già arrivate nell’isola e si trovano dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna pronte per essere distribuite. «Altre 300mila arriveranno entro questo mese ed è già pronto un provvedimento per l’acquisto di altre 900mila dosi» spiega Montisci che con il milione e mezzo di dosi a disposizione conta di garantire la copertura vaccinale per 5.880 aziende nelle quali verrà immunizzata la globalità dei capi. Un altro aspetto rilevante riguarda il personale, proprio quello che è venuto a mancare la scorsa primavera perché l’allora Ats non ha provveduto a ripartirlo tra le aree sociosanitarie, in particolare quelle più a rischio epidemia. «In finanziaria – conclude a questo riguardo il direttore del servizio dell’assessorato regionale alla Sanità – sono stati stanziati un milione e 100 mila per l’assunzione a tempo determinato di 57 veterinari già ripartiti tra le diverse Asl da destinare, per tre mesi, alla profilassi in tutta la Sardegna». Che qualcosa nella lotta alla lingua blu la scorsa estate non sia andato per il verso giusto è chiaro a tutti ed è per questa ragione che si vuole scongiurare il pericolo di un’altra epidemia. La malattia, anche nella sua forma più lieve come è stata quella dello scorso anno in virtù di quella che gli esperti chiamano “memoria vaccinale”, mette a dura prova gli animali colpiti che quando non muoiono presentano i sintomi tipici: febbri, mastiti elevata abortività e calo della produzione di latte. Che si traduce in ingenti danni economici per gli allevatori, già gravati da altri problemi come l’aumento dei costi dei mangimi e dell’energia elettrica, che rischierebbe di assistere al crollo del comparto ovino.