Il richiamo, rivolto a enti, servizi veterinari e istituzioni locali, è arrivato in seguito alla recrudescenza dei focolai di peste suina africana registrati in questi giorni. Allo studio meccanismi di premialità per chi regolarizza i propri capi.
Arriva dalla Regione Sardegna un nuovo appello contro i maiali clandestini e non anagrafati. Un intervento giudicato necessario in seguito alla recrudescenza dei focolai di peste suina africana registrati in questi giorni nell’Isola (gli ultimi due nelle scorse ore nel Cagliaritano, a Maracalagonis).
Il richiamo al senso di responsabilità di allevatori ma anche di enti, servizi veterinari e istituzioni locali che operano sui territori a rischio è stato lanciato oggi a Cagliari nel corso del tavolo tecnico coordinato dal commissario delegato per l’emergenza, Gilberto Murgia, e al quale hanno preso parte i dirigenti degli assessorati di Sanità e Agricoltura, delle agenzie Agris e Laore, delle associazioni dei produttori e degli allevatori (Cna, Confindustria, Confagricoltura, Copagri, Cia e Coldiretti).
L’incontro è stato l’occasione per raccogliere la richiesta, avanzata da alcune associazioni agricole, di poter commercializzare prodotti e salumi cosiddetti “termizzati” che, in base studi scientifici e a direttive Ue già in vigore e grazie a una particolare e prolungata stagionatura, sono indenni dalla trasmissione del virus della peste suina. Su questo punto, la Regione ha comunicato che approfondirà la questione per poter eventualmente prevedere delle deroghe apposite.
“La condivisione degli allevatori – ha sottolineato Murgia che ha raccolto l’appello degli assessori De Francisci e Cherchi – è la condizione essenziale per debellare la peste suina. La Regione sta seguendo passo passo il cronoprogramma dell’Unione europea, ma se non si risolve alla radice tutti insieme il problema, ovvero la clandestinità dei suini e l’emersione di allevamenti non in regola, tutto il lavoro e i risultati raggiunti finora possono risultare inutili. Non ci dovrà essere più tolleranza contro il pascolo brado, che, specie in Ogliastra e in Barbagia, continua a imperversare”.
Murgia ha anche auspicato che si prevedano delle premialità per chi regolarizza i propri capi, magari sulla scia di azioni simili a quella sul benessere degli animali oggi riservate al comparto ovi-caprino. Su questo punto, il rappresentante dell’assessorato dell’Agricoltura ha spiegato che la Regione sta studiando una norma simile che comunque potrà eventualmente partire solo con risorse finanziarie dell’Unione europea, grazie alla prossima programmazione comunitaria in vigore dal 2014.
Intanto, la prossima settimana si riunirà l’Unità di crisi regionale alla quale prenderà parte anche il ministero della Salute.
30 maggio 2013