Colpo di mano notturno. Riavranno anche diaria e indennità di carica invariati rispetto agli importi aggiornati al 2011
Come Penelope e la sua tela. Di giorno ricamava, la notte disfaceva. L’escamotage dei consiglieri della Regione Sardegna somiglia molto a quello della moglie di Ulisse. Gli stipendi cancellati dal referendum di giorno sono tornati aumentati col voto notturno. Quindi i consiglieri regionali della Sardegna hanno lavorato gratis solo per 20 giorni, cioè dal 25 maggio scorso, quando è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna, l’esito dei referendum del 6 maggio scorso, tra i quali quello che abrogava l’indennità di consigliere regionale. Ma da mercoledì a tarda sera si sono «riassegnati» lo stipendio grazie ad un emendamento.
RIASSEGNATO LO STIPENDIO – Il Consiglio regionale sardo ha infatti approvato (presenti 66, votanti 60, sì 63, 3 astenuti), con un emendamento al Dl 327/A su «Integrazione alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative», il nuovo stipendio dei consiglieri regionali. Così si Twitter impazza l’hashtag #Regionesardegnavergogna. «Il politico perde il pelo ma non il vizio» oppure «L’indennità se la sono fatta rimborsare…ma non ne usciranno indenni» sono tra i commenti più sobri.
IL QUANTUM – I consiglieri regionali della Sardegna riavranno stipendi, diaria e indennità di carica, sostanzialmente invariati rispetto agli importi aggiornati al 2011. Apparentemente sono apportati tagli alle varie voci (indennità di carica, diaria e contributo per i gruppi) compresi fra il 20 e il 30%, ma i parametri su cui sono applicati sono indennità e rimborsi spese in vigore al 31 dicembre 2003, immediatamente successivi a un aumento di stipendio dei parlamentari (cui è agganciato quello dei consiglieri regionali), entrato in vigore nell’autunno precedente. L’emendamento assegna ai consiglieri regionali le indennità di base attribuite nel 2003, che era pari a circa 9.263 euro (secondo dettagliate fonti di stampa dell’epoca), mentre la cifra del 2011 era di 9.023 euro. I tagli dichiarati, invece, riguarda l’indennità di carica riconosciuta a partire dai vicepresidenti di commissione fino alla presidenza del Consiglio regionale (-30%), la diaria (-20%) e i contributi ai gruppi (-20%). La norma, approvata nella notte all’unanimità, non tocca, per esempio, le spese di segreteria e cancelleria, quelle per i cosiddetti «portaborse», confermate a 3.352 euro. La cifra è rimasta la stessa dal 2003 a ora. A conti fatti, i consiglieri regionali non dovranno sostenere particolari «sacrifici», come dimostra il confronto fra gli importi del 2003 e quelli attuali.
corriere.it – 14 giugno 2012