Le trattative convulse di giovedì tra ministeri della Salute e dell’Economia e Regioni che hanno portato alla versione definitiva del Patto per la salute non hanno prodotto alcuna modifica nelle previsioni in materia di prevenzione, sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. Rimangono quindi invariati gli articoli 17 e 19 (nel testo originario 16 e 18). In particolare resta l’indicazione che le strutture deputate a queste attività siano “possibilmente” configurate quali Unità operative complesse. Previsione che sembra, nei fatti, modificare l’art.7 quater del dlgs 502 del 1992, visto che lega tale possibilità al rispetto dei vincoli di spesa previsti dalla legislazione vigente e, per le Regioni sottoposte a piano di rientro, anche al rispetto di quelli fissati in materia da detti piani, nonché dei parametri standard per la definizione delle Strutture complesse e semplici adottati dal Comitato Lea il 26 marzo 2012.
Non hanno tardato a farsi sentire i sindacati della dirigenza medica e veterinaria che hanno espresso la loro più netta contrarietà e chiesto il ritiro degli articoli in questione e l’impegno ad una più adeguata e completa trattazione del vasto ambito della prevenzione. La Federazione veterinari e medici ha immediatamente proclamato lo stato di agitazione che, dopo la firma del testo definitivo, è stato confermato. Netta la presa di posizione del presidente Fvm, Aldo Grasselli: “I veterinari dei servizi di Sanità animale, quelli dei servizi di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, e i veterinari dei servizi di Igiene degli alimenti di origine animale, nonché i medici e i biologi dei servizi di Igiene degli alimenti e della nutrizione dei dipartimenti di prevenzione delle Asl respingono al mittente il Patto della Salute” .
In una lettera inviata il 10 luglio al ministro della Salute e alle Regioni l’Intersindacale della dirigenza medica e veterinaria ha sottolineato come “le soluzioni organizzative proposte alle regioni, oltre ad essere giuridicamente anomale in quanto non coerenti con la valenza e l’ambito istituzionale del Patto per la Salute, non vanno incontro all’esigenza di rafforzare l’azione preventiva e appaiano senza alcun vantaggio in termini di efficacia ed efficienza dell’azione complessiva di sanità pubblica e sembrano invece prefigurare un appiattimento organizzativo con un conseguente e pericoloso depotenziamento”.
“In più occasioni – hanno rimarcato le rappresentanze di medici e veterinari – abbiamo con rammarico rappresentato al Signor Ministro la nostra fortissima preoccupazione per le decisioni già assunte da alcune Regioni, e per analoghi orientamenti espressi da altre Regioni, che prevedono la disgregazione delle funzioni e dei compiti che la normativa nazionale assegna distintamente a ciascuno dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione, il loro irrazionale e illecito accorpamento e la mortificazione della competenza professionale e dell’autonomia professionale di medici, veterinari e sanitari di sanità pubblica, contribuendo alla loro marginalizzazione e appiattimento”.
E ancora: “In un paese che sarà la sede ospitante di Expo 2015, in una realtà agro-zootecnico-alimentare che genera il secondo comparto economico del Paese, in un tessuto sociale in cui l’obesità e il sovrappeso, il diabete tipo II assumono il carattere di una vera epidemia e il rilievo di emergenza sanitaria di primaria importanza, il depotenziamento delle strutture destinate alla tutela della salute umana e animale e alla lotta e al contrasto alla diffusione di tali patologie appare una scelta miope e sciagurata. Non è certo con l’indebolimento della prevenzione che si possono ottenere risparmi e favorire la sostenibilità del SSR. Semmai è vero il contrario, la prevenzione rappresenta una chiave di volta essenziale nel promuovere la salute ed il benessere della popolazione”.
La prevenzione, ammoniscono i sindacati, necessita di un adeguato rilancio, che non può certamente consistere in riduzioni lineari degli elementi costituivi e fondamentali con l’alienazione di strutture od unità operative, contraria al dettato normativo esistente e ad ogni logica di principio, di governance e di strategia regionale, nazionale ed internazionale”.
Ecco gli articoli del nuovo Patto per la Salute che riguardano la prevenzione e la sanità veterinaria
Articolo 17 – Piano nazionale della Prevenzione
1. Le Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, in coerenza con lo schema di Piano nazionale della Prevenzione, in corso di approvazione, convengono di confermare per gli anni 2014-2016, a valere sulle risorse di cui all’articolo 1 comma 1 del presente Patto, la detinazione di 200 milioni di euro annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota difinanziamento vincolato per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale, ai sensi dell’articolo 1, comma 34 della legge 27 dicembre 1996, n.662 e successive integrazioni, come treviste dalla Tabella 1, allegata al presente Patto.
2. Con il presente Patto le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano convengono che il 5 per mille della quota vincolata per il Piano nazionale della prevenzione, di cui agli accordi previsti per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale indicati al comma 1, venga detinato a una linea progettuale per le attività di supporto al Piano della prevenzione medesimo da parte dei network regionali dell’Osservatorio nazionale screening, Evidence-based prevention, associazione italiana registri tumori.
3 Le Regioni e le Provine autonome di Trento e Bolzano si impegnano a mettere in atto ogni utile intervento per promuovere la salute in tutte le politiche ed attuare promozione di salute attraverso politiche integrate e intersettoriali a sostegno del diritto di ciacun cittadino a realizzare il proprio progetto di vita in un disegno armonico di sviulppo del territorio e della comunità in cui vie ciascuno.
Articolo 18 – Attuazione delle norme di riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali
1. Le Regioni e le Province autonome e provvedono ad adottare le disposizioni applicative della normativa di riordino degli IZS (articolo 10, comma 1 del decreto legislativo 106/2012), entro sei mesi dall’approvazione del Patto.
2. In caso di mancato rispetto del termine di cui al comma 1 il ministro della Salute provvede alla nomina del Commissario dell’Istituto zoo profilattico sperimentale
3. Il commissario, nominato ai sensi del comma 2, svolgerà le funzioni previste dall’articolo 11, commi 2 e 5, del decreto legislativo 106/2012, nelle more dell’emanazione dei provvedimenti regionali.
4. Si conviene che gli Izs debbano coordinare la propria azione con le politiche di prevenzione delle Regioni di riferimento.
Articolo 19 – Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare
1. Le normative comunitarie in materia veterinaria (sanità animale, benessere e sicurezza alimentare) vincolano gli stati membri a una applicazione uniforme e coerente con il raggiungimento di un elevato livello di protezione per i cittadini-consumatori dell’Unione. I risultati raggiunti dall’Italia in materia di garanzie per i propri cittadini e di sostegno alle produzioni agroalimentari che concorrono significativamente al Prodotto interno lordo richiedono un’adeguata valorizzazione delle attività dei Servizi veterinari regionali ed il superamento di alcune fragilità che stanno pesando in maniera significativa sull’ulteriore promozione del Sistema Italia in campo europeo e internazionale, soprattutto alla vigilia di un evento dedicato specificatamente a questa materia, quale Expo 2015. Alla luce di queste considerazioni, risulta pertanto indispensabile assicurare ilivelli essenziali di assistenza in tema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, nonché l’adempimento degli obblighi comunitari in materia di controlli ufficiali, previsti dal regolamento Ce 882/2004 e successive modifiche.
2. Le Regioni ritengono, pertanto, di dover adottare tutte le iniziative necessarie a rendere i sistemi regionali di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza alimentare sempre più efficaci ed efficienti nelle attività di prevenzione, vigilanza e controllo, con l’obiettivo di migliorare a) il livello di tutela della salute dei cittadini-consumatori, b) il livello di garanzia e di qualificazione igienico-sanitaria e nutrizionale degli alimenti destinati al consumo umano, c) il benessere animale, d) la qualità igienico-sanitaria degli alimenti destinati al consumo animale, e) la tracciabilità di filiera.
3. A tal fine le Regioni si impegnano a garantire che le aziende sanitarie locali, per quel che concerne la sicurezza alimentare e la sanità pubblica veterinaria, rispettino l’articolazione organizzativa prevista dai commi 2 e 4 dell’art. 7 quater del dlgs 502/92 e s.m.i, riconoscendo l’opportunità che le unità operative deputate alle funzioni specifiche soprarichiamate siano possibilmente configurate come unità operative complesse e siano dotate di personale adeguato
4. L’applicazione di quanto previsto dal comma 3 in materia di personale deve avenire nel rispetto dei vincoli in materia di spesa previsti dalla legislazione vigente e, per le Region sottoposte a piani di rientro, anche nel rispetto di quelli fissati in materia di detti piani nonché dei parametri standard per la definizione delle strutture complesse e seplici adottate dal Comitato Lea in data 26 marzo 2012.
A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 12 luglio 2014