È il conteggio finale del 2011, molto migliore rispetto ad anni precedenti: 14 aziende sanitarie hanno peraltro “sforato” i tetti di spesa stabiliti
Il miglioramento c´è stato, non c´è dubbio. Appena un paio di anni fa il “rosso” delle Ulss del Veneto si aggirava sui 500 milioni di euro: una delibera di fine anno della Regione ha ora certificato che per mettere a pareggio i conti del 2011 delle sue 24 aziende sanitarie – anzi, di 11 aziende solo, perché le altre 13 si sono arrangiate – la Giunta Zaia ha dovuto tirare fuori in tutto (vedi grafico) 276 milioni.
Il bilancio generale della sanità veneta 2011, come noto, ha chiuso in pareggio, e la nostra Regione continua a prendersi “promozioni” dal tavolo di verifica di Roma sui conti e sull´assistenza, mentre altrove – ieri il ministro Balduzzi ha ufficializzato l´ “emergenza finanziaria” per la sanità del Piemonte – la situazione è ben peggiore.
Ma la coperta è sempre più corta, e come detto, resta il dato storico di una Regione che fa sempre più fatica a sostenere i costi sanitari. Nel caso del 2011 la delibera che “chiude i conti” spiega che i 276 milioni del ripiano sono stati coperti con soldi dovuti dallo Stato per progetti specifici, risparmi sui farmaci e 110 milioni di “ulteriori azioni per il riequilibrio finanziario”.
Ma emerge ad esempio che ben 14 Ulss non sono riuscite a rispettare i “tetti di spesa” che a metà anno, proprio per spingere verso un contenimento del deficit, la Regione aveva fissato per ciascun direttore sanitario: lo sforamento totale è stato di 43,5 milioni.
Non solo: nel calcolo finale dei ripiani si è stabilito di non conteggiare 40 milioni di ammortamenti per beni che le Ulss non hanno iniziato ad utilizzare nel biennio 2010-2011 e che non rientravano nemmeno nei famosi 1,3 miliardi di euro di ammortamenti “sterilizzati” degli anni precedenti (come noto, la Regione deve “recuperare” quella cifra dal suo bilancio extra-sanitario, con decine di milioni ogni anno).
Questa procedura, del resto, è stata concordata a Roma per tutte le Regioni, segno che altrimenti altrove sarebbe scattato un vero crollo dei bilanci.
Rispetto ai conteggi nudi e crudi, peraltro, la Regione ha anche deciso di mettere in gioco proprio 40 milioni (di cui tre per l´Ulss di Vicenza) per permettere alle Ulss di pagare debiti scaduti per acquisti di beni e servizi. Infine 10,7 milioni in più sono stati assegnati all’Ulss di Padova per indennizzi dovuti a cittadini danneggiati da sangue infetto.
Piero Erle – Il Giornale di Vicenza – 16 gennaio 2013