Alberto Rodeghiero, dal Gazzettino «Azienda zero: bluff o innovazione?». A chiederselo ieri sera a Limena durante il convegno organizzato dall’associazione «Realtà veneta», sono stati, tra gli altri, l’ex presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, Maurizio Benato del comitato di bioetica nazionale, il presidente della commissione regionale Sanità Fabrizio Boron, il grillino Jacopo Berti, il «tosiano» Maurizio Conte, Sergio Berlato di Fdl, Claudio Sinigalia del Pd, Marino Zorzato di Area popolare e Domenico Menorello. A coordinare il confronto Daniela Boresi del Gazzettino.
L’istituzione di questo «ente strumentale» che, di fatto, coordinerà tutta la sanità veneta, ha diviso i presenti. Perplesso Ruffato: «Un giorno sì e l’altro anche, Zaia ci spiega che la sanità veneta è una delle migliori d’Europa: mi chiedo quale sia la necessità di un cambiamento così radicale che prevede di passare da 21 a 7 Ulss. Rischiamo poi di dare troppo potere al nuovo direttore di questa struttura». «Con l’istituzione di questa azienda zero, mi chiedo poi che fine faranno i servizi sociali» ha detto ancora l’ex presidente del consiglio regionale. Perplessità che non hanno per nulla convinto Boron: «II nostro obiettivo è licenziare questa riforma in tempi rapidi. Tutti verranno ascoltati, in primis i sindaci». «Si otterranno risparmi per 70 milioni di euro. Mi auguro che la nuova legge possa essere approvata entro la fine dell’anno – ha concluso – La riorganizzazione delle Ulss non cambierà il rapporto del territorio con la nostra sanità». «Da parte dei sindaci c’è molta preoccupazione per questa riforma» ha detto invece Conte. Ma Nicola Finco della Lega ha assicurato: «Si tratta solo di una proposta, siamo disposti a perfezionarla».
Il Gazzettino – 17 settembre 2015