Potrebbe essere la soluzione giusta, quella al vaglio dell’avvocatura regionale, per avviare la riforma sanitaria che riduce le Usl da 21 a 7 senza particolari scossoni. Dopo l’ipotesi di prorogare di sei mesi i direttori generali, che scadono il prossimo 31 dicembre, l’ultima opzione allo studio è la nomina di sette dg per le Usl capoluogo, che in attesa dell’assetto definitivo diventerebbero anche commissari delle altre. Così facendo il passaggio sarebbe graduale, così come le consegne, e intanto la commissione Sanità avrebbe il tempo di riprendere in mano il progetto di legge 23 presentato dal governatore Luca Zaia e incentrato appunto sulla riforma di settore, e di approvarne o meno gli emendamenti. E poi inviarlo al consiglio regionale, per il benestare finale. «Un iter che si concluderebbe a fine 2016, con il nuovo assetto in partenza il primo gennaio 2017 — spiega Fabrizio Boron, presidente della commissione Sanità —. La legge prevede infatti che quando si cambiano gli ambiti delle Usl, la riforma debba avere inizio dal primo gennaio dell’anno successivo.
Intanto però dovrebbe nascere l’Azienda Zero. Quanto ai sette direttori generali si potrebbero pescare dalla squadra già al lavoro, se invece se ne vogliono scegliere altri è obbligatorio selezionarli dalla lista presentata tre anni fa». «Gli avvocati sono al lavoro — conferma l’assessore alla Sanità, Luca Coletto — per fine 2016 la riforma sarà attuata».
Questa soluzione permetterebbe di bypassare la riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi (sono in arrivo a breve i decreti attuativi) che prevede che per le nomine dei dg si faccia riferimento a un albo nazionale (e non regionale, come oggi) e che sia il Ministero a proporre 3 candidati al presidente della Regione. Prorogondo i contratti in essere, invece, fra sei mesi Zaia si troverebbe a dover scegliere dei nomi proposti dal ministro Beatrice Lorenzin.
Il Corriere del Veneto – 20 dicembre 2015