“E’ passato un anno dalla nostra richiesta, formulata in occasione della seduta straordinaria del Consiglio del luglio 2010, ma finalmente la Giunta Zaia ha adottato il nuovo piano Socio sanitario che manca dal 2007”.
Lo hanno affermato i consiglieri regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia, Franco Bonfante, Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin illustrando alla stampa le proprie impressioni dopo la prima “lettura” del documento presentato ieri dall’assessore Coletto. “Premesso che è nostra intenzione avere nei confronti del piano un atteggiamento costruttivo – hanno affermato gli esponenti del Pd a palazzo Ferro-Fini – rileviamo anzitutto che il piano prevede una riduzione dei posti letto per ridurre i costi ospedalieri e il rafforzamento delle realtà extra ospedaliere sul territorio come le Utap (unità territoriali di assistenza primaria), i distretti, gli hospice e gli ospedali di comunità. Un principio sul quale concordiamo senza dubbio notiamo però che mentre i tagli dei posti letto e delle degenze sono chiari il rafforzamento delle strutture territoriali è piuttosto indefinito, allo stadio di buone intenzioni”. Per i consiglieri del Pd “è evidente che senza un rafforzamento delle strutture territoriali vero, reale, con tanto di numeri e collocazioni geografiche non può essere accettato il taglio delle disponibilità di ricovero ospedaliere. I due processi devono andare di pari passo”. Il Pd, in sostanza, chiede al Piano di indicare quante UTAP, oltre le attuali 30 che, evidentemente, non bastano, verranno realizzate e dove; quanti saranno gli ospedali di comunità che oggi sono solo 7 con 196 posti letto di fronte ad un fabbisogno che ne richiederebbe almeno il triplo. I consiglieri del Pd hanno poi osservato che il Piano Socio Sanitario appena adottato dalla Giunta registra che è “fortemente sbilanciato sulla parte sanitaria a scapito di quella sociale. Disabili, infanzia, anziani, persone non autosufficienti, malati mentali, sono situazioni sociali per le quali il piano non presenta un individuato piano programma di interventi (e di finanziamenti relativi)”. Da parte del Partito democratico sono state, infine, avanzate due altre obiezioni. La prima riguarda la formula relativa agli investimenti nel settore sanitario. “Il piano – hanno spiegato i consiglieri democratici – prende le distane dal project financing considerandolo, evidentemente, un’esperienza non positiva anche se voluta sempre dalla medesima maggioranza di centrodestra che governa il Veneto da oltre 15 anni, senza però indicare con che modalità si svolgeranno in futuro gli investimenti”. “Siamo infine perplessi – hanno concluso gli esponenti del Pd in Regione – per quanto il piano indica in materia di configurazione delle Ulss. Stabilisce che le dimensioni ideali siano costituite da un bacino di utenza compreso tra i 200 mila e i 300 mila abitanti ma non dice nulla sul futuro delle Ulss di piccole dimensioni come quelle di Chioggia e di Adria e di quelle sovradimensionate come quella di Padova. Nel piano mancano, infine, risposte sul futuro di importanti centri ospedalieri come quello oncologico, come Borgo Roma a Verona e come il nuovo complesso di Padova.
(Arv) Venezia 27 luglio 2011