City Insurance ha chiesto l’autorizzazione ad operare in Romania per rami assicurativi esercitati solo in Italia e l’Isvap, l’istituto di vigilanza italiano, si è limitato a prenderne atto? E’ questo l’atroce dubbio degli uffici regionali, dopo che l’appalto di 72 milioni di euro per la copertura dei grandi rischi negli ospedali veneti è stato vinto dalla compagnia italo-romena su cui pesano i sospetti di operatori di mezza Italia. Il segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan attende chiarimenti dall’Isvap, nel frattempo l’assegnazione è bloccata.
E’ in corso l’accertamento dei requisiti di solvibilità, operazione di rito, ma anche una verifica inconsueta sullo stato della compagnia, chiesta dall’assessore Luca Coletto all’ufficio ispettivo del Consiglio.
Alle critiche che piovono, Mantoan replica: «Che alternative avevamo, restare nella situazione attuale, con le assicurazioni normali e un broker?» Le critiche maggiori riguardano la scelta di una franchigia frontale a 500.000 euro, quando il 95% dei casi di malasanità è per danni inferiori. «Abbiamo studiato tutta la casistica, non solo veneta, facendo tesoro delle esperienze di altre regioni, a cominciare da Friuli». Dove dicono che situazione sia disastrosa. «Perché sono passati al nuovo sistema troppo in fretta e in tutta la regione, mentre noi abbiamo avviato una fase sperimentale, che interessa solo l’Azienda Ospedaliera di Padova e solo per un anno. Ci sarà il tempo di valutare l’andamento e nel caso anche tornare indietro». Per i danni inferiori a 500.000 euro, l’Azienda sanitaria dovrà attrezzarsi, la casistica è enorme: dovrà farsi una sua compagnia? «Oggi la legge consente l’accordo stragiudiziale: è chiaro che ci vuole il perito, il medico legale, l’avvocato. Noi ci stiamo attrezzando con un ufficio sinistri per provincia e un coordinamento regionale, per equiparare le decisioni. Siamo partiti con i corsi di formazione per il personale. Peraltro a fine anno tutte le transazioni vanno inviate alla Corte dei Conti, per le verifiche. Come si vede sono cambiamenti importanti, che esigono un avvio graduale. Per questo abbiamo scelto l’approccio sperimentale. Per i grandi rischi, invece, i 72 milioni di euro sono il costo della polizza di tutti gli ospedali della regione e per tre anni». Ma ci sono anche Usl che hanno rifatto le gare d’appalto come in precedenza. Perché? «Perché le polizze erano scadute e il nuovo sistema riguarda solo Padova per il momento. Nei rinnovi effettuati per esempio dall’Area Vasta di Venezia, che va da San Donà a Dolo, fino a Rovigo e Adria, è stata inserita nella polizza la clausola di un possibile passaggio al nuovo modello assicurativo, alla scadenza del contratto. Mano a mano che scadranno le polizze, subentreranno quelle nuove. Sempre se l’esperimento darà i risultati che ci auguriamo». E sull’affidabilità di City Insurance? «Chiaro che se la compagnia dovesse risultare inaffidabile o priva dei requisiti necessari per operare in Italia, la gara verrà annullata e rifatta. Noi saremo anche sfortunati per aver avuto un solo partecipante, in realtà dovevano essere due ma il secondo ha presentato la documentazione con mezz’ora di ritardo. Io mi domando come si fa. Mi chiedo anche: le altre compagnie dove sono?»
Renzo Mazzaro – Il Mattino di Padova – 10 dicembre 2011