Alda Vanzan, il Gazzettino. II giorno dopo il “canguro” attuato dalla maggioranza leghista in consiglio regionale del Veneto per far cessare l’ostruzionismo e portare al voto la riforma sanitaria, a Palazzo Ferro Fini domina la tensione. Questa mattina riprenderà la seduta e si comincerà proprio dall’emendamento sostitutivo presentato dalla giunta che riscrive l’articolo 12 sul numero delle Ulss, confermandole a quota 9. E mentre il Pd, con la capogruppo Alessandra Moretti, annuncia che chiederà di «aprire una trattativa», inaspettatamente sono i sindacati a dare man forte alla giunta di Luca Zaia.
«Basta parlare di numero delle Ulss – recita una nota di Cgil, Cisl e Uil – Si aprano gli stati generali della sanità veneta». «Siamo convinti che sia necessario approvare la riforma sanitaria in tempi brevi perché non si può lasciare nel caos il sistema socio sanitario Veneto – dichiarano i segretari della Fp Cgil Daniele Giordano, della Fp Cisl Marj Pallaro e della Uil Fpl D’Emanuele Scarparo – Non è possibile che a 3 mesi dalla scadenza dei commissariamenti non ci sia ancora certezza sul futuro delle Ulss del Veneto e come categorie, condividendo le preoccupazioni già manifestate dalle strutture confederali, temiamo un cortocircuito del sistema. Il consiglio regionale del Veneto si sta assumendo una responsabilità grave di fronte ai cittadini e ai lavoratori perché stiamo assistendo ad una discussione che rischia di avere più a che fare con i collegi elettorali che con la salute dei cittadini».
I sindacati rincarano: «L’attuale situazione prevede 9 Ulss, scelta che sicuramente ha delle criticità e che non è omogenea, ma continuare a discutere del perimetro e non delle prestazioni allontana le istituzioni dal territorio». La richiesta di Cgil, Cisl e Uil è di «superare la polemica politica» e «aprire un vero confronto lanciando gli stati generali del sistema sociosanitario veéneto». A chiedere un confronto oggi sarà anche la capogruppo del Pd, Alessandra Moretti. Che non risparmia però critiche al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. «Ciambetti ha abdicato al ruolo di garante e ha agito da nuovo capogruppo della Lega – con un bel ciaone a Finco – su mandato di Zaia». E attacca duramente anche il governatore: «II fatto che Luca Zaia non si sia mai presentato in aula su un provvedimento da lui presentato e sulla riforma più importante della legislatura, descrive molto bene quanto al governatore ormai del Veneto non gliene freghi più niente. Lui guarda a Roma. Il dramma è questo: il Veneto non è più governato da nessuno».
La capogruppo del Pd rivendica la decisione di usare il “jolly” che ha consentito di non contingentare i tempi: «Ci siamo giocati il jolly non per bloccare l’attività della Regione, come ci viene accusato, ma per migliorare la riforma sanitaria. Una riforma che deve valere per tutti i cittadini, per tutti i sindaci, non solo per una parte. E infatti siamo riusciti a migliorare l’Azienda Zero. Sulle Ulss, invece, la maggioranza ha voluto zittirci. Avessero detto: convochiamo un tavolo di confronto, noi avremmo accettato la proposta. Se avessero proposto 7 Ulss, una per provincia, avremmo detto sì. Idem su 10 Ulss, perché il criterio sarebbe stato raddoppiare le Ulss nei territori che le richiedono, quindi Veneziano, Vicentino e Veronese. Ma non ci hanno mai detto perché vogliono 9 Ulss. Mai».
Oggi il Pd chiederà un tavolo di confronto: «Ma vogliamo che Zaia venga in aula e dica a quali criteri si rifa: in campagna elettorale voleva un’Ulss ogni 200-300 mila abitanti, poi ha presentato una proposta di legge con 7 Ulss, adesso dice 9. Perché? La verità è che Zaia è ostaggio delle lobby politiche inteme della maggioranza. Tra l’altro gli attuali 9 commissariamenti non hanno portato alcuna riduzione di spesa, anzi».
Il Gazzettino – 22 settembre 2016