Fusione con il Dl sulle dismissioni. Il Governo punta ad accorpare i due decreti. Entro giovedì gli emendamenti dei partiti. Pressing sindacale sul ministro Patroni Griffi. Continua il confronto governatori-esecutivo. Praticamente blindato il capitolo «statali». La partita in Parlamento sui ritocchi al decreto sui tagli alla spesa è già cominciata. Al Senato i partiti stanno affilando le armi e definendole strategie per allentare la stretta su alcuni capitoli, in primis enti locali e sanità (e quindi Regioni), pur nel rispetto dei saldi fissati dalla spending review del Governo. Saldi che per il premier Mario Monti restano assolutamente intoccabili. Due gli obiettivi della maggioranza: rendere più soft la stretta sugli enti virtuosi e cercare di ridurre il numero delle misure con configurazione da tagli lineari su cui ha già puntato l’indice il Servizio Bilancio del Senato.
E in questa direzione si collocheranno molti degli emendamenti che saranno presentati entro giovedì nelle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama.
Già tra domani e martedì i due relatori del provvedimento, Paolo Giaretta (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), cominceranno a fare il punto della situazione sulla base delle prime indicazioni che arriveranno dai gruppi parlamentari e dal Governo. Tra i correttivi considerati quasi sicuri ci sono quelli sulla farmaceutica. Ma tutto il capitolo della sanità, come fa notare Pichetto Fratin, è oggetto di attenzione dei partiti. Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, ha detto a chiare lettere che sulla sanità la spending review è da correggere. In questa direzione spingono anche i governatori.
Nei prossimi due giorni, tra l’altro, proseguirà il confronto tecnico tra Regioni e Governo. Secondo Pichetto Fratin, diverse novità dovrebbero arrivare anche sul versante degli enti locali. E non solo perché i sindaci hanno annunciato che scenderanno in piazza il 24 luglio minacciando lo scontro con il Governo. Il ministro Piero Giarda nei giorni scorsi, pur ripetendo che i saldi sono immutabili, si è detto disponibile a valutare una diversa ripartizione della stretta. E l’idea che si sta facendo largo nelle Commissioni è quella di innescare un meccanismo che penalizzi meno gli enti locali più virtuosi.
Un altro settore su cui si annuncia battaglia è, come ha lasciato intendere Giaretta, quello dei tagli alla ricerca. Anche perché in questo caso, come anche per il giro di vite sul pubblico impiego, la maggioranza parla di un ritorno ai tagli sostanzialmente lineari.
Margini ristretti, invece, sembrano esserci sul capitolo del pubblico impiego, che il Governo considera sostanzialmente blindato. Anche se i sindacati non demordono, malgrado le parole pronunciate nei giorni scorsi da Monti sugli effetti non sempre positivi prodotti dalla concertazione, e confidano in un incontro con il ministro Filippo Patroni Griffi. Sul taglio delle Province non sembra esserci molto spazio per cambiamenti radicali, anche se Giaretta ha parlato di misure «perfettibili». Dall’ondata di ritocchi che arriverà in settimana saranno pescati alcuni pacchetti ristretti di correttivi su cui trovare un’intesa con il Governo. Intesa che dovrà essere messa nero su bianco prima che il testo approdi, nell’ultima settimana di luglio, in Aula al Senato. Anche perché, visti i ristretti tempi per la conversione in legge del Dl, appare quasi scontato il ricorso alla fiducia da parte del Governo sul testo della commissione. Che, alla fine, ingloberà il decreto sulle dimissioni, anch’esso all’esame del Senato.
Il Sole 24 Ore – 16 luglio 2012