Gli ospedali italiani dovranno aspettare fino al 2026 per sfruttare nuove tecnologie diagnostiche come Tac e risonanze magnetiche di ultima generazione, acceleratori lineari o ecografi digitali: oltre 3.100 apparecchiature, su cui il Pnrr investe ben 1,2 miliardi. La revisione del Pnrr richiesta dall’Italia e approvata da Bruxelles a fine novembre prevede infatti anche uno slittamento di due anni del nuovo piano di ammodernamento tecnologico degli ospedali.
Eppure la disponibilità dei macchinari non manca nonostante qualche difficoltà iniziale da parte delle aziende produttrici alle prese soprattutto nel recente passato con le carenze a reperire le materie prime: delle 3100 apparecchiature da sostituire secondo il piano di ammodernamento previsto dal Pnrr ben 2800 sono andate già a gara attraverso la piattaforma Consip che sta facendo la parte del leone su questi appalti del Pnrr (si veda altro articolo in basso) a fianco ai residui bandi regionali. Non solo: alla centrale acquisti della Pa risultano anche già fatte la stragrande maggioranza degli ordini da parte delle Regioni. Un rinvio così lungo quindi non sembra proprio giustificato, ma deriverebbe – questa la spiegazione che circola – dalla richiesta soprattutto di alcune Regioni di rinviare la scadenza perché diversi ospedali non sarebbero pronti ad accogliere le nuove tecnologie e metterle in funzionamento perché mancano alcuni adempimenti abbastanza banali come lo smaltimento della vecchia apparecchiatura e i piccoli lavori che a volte sono necessari per adeguare i locali e fare posto alla nuova macchina (ma si tratta di piccoli appalti spesso di sole poche migliaia di euro).