Poco pagati, spesso precari e sempre più sovraccarichi di lavoro, sempre che riescano a trovarlo. I lavoratori della sanità si preparano a manifestare il loro malcontento.
Si terrà lunedì 3 novembre lo sciopero del comparto sanità dipendente del Servizio Sanitario Nazionale, appena indetto dal sindacato degli infermieri Nursind. “Si è chiusa ieri, con un verbale di mancata conciliazione, la vertenza che interessa il comparto sanità del SSN”, anticipa all’ANSA Andrea Bottega segretario Nursind. “Purtroppo – aggiunge – non hanno trovato risposta le richieste di superamento del blocco contrattuale nazionale e nemmeno del trattamento economico individuale, che permetterebbe di riaprire la contrattazione di secondo livello. Né altre questioni come il superamento del precariato e della disoccupazione giovanile”.
A far sentire la propria voce, a ottobre, probabilmente il 23, dovrebbero essere anche i dirigenti medici. “L’intersindacale della dirigenza medica ha avviato una mobilitazione unitaria a difesa della sanità pubblica e del rinnovo contrattuale, cui probabilmente si uniranno anche i sindacati del comparto sanità e i diversi ordini professionali”, chiarisce Costantino Troise segretario dell’Anaao, associazione che riunisce i medici dirigenti. Anche in questo caso, principale motivo della protesta è la proroga del blocco degli stipendi, che va avanti dal 2010.
Ma, ad acuire il malcontento, anche il silenzio su uno degli aspetti più problematici del settore. A distanza di quasi un anno, non è ancora stato emanato, infatti, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) sulla stabilizzazione del personale del SSN, che dovrebbe riguardare circa 35.000 persone. Infine, “tanto i medici che gli operatori del comparto della sanità di Cgil, Cisl e Uil saranno a fianco degli altri lavoratori del pubblico impiego nella manifestazione nazionale che si terrà l’8 novembre a Roma”, spiega Massimo Cozza, segretario nazionale FP Cgil Medici.
Ansa – 2 ottobre 2014