“Lo abbiamo detto e continuiamo a ripeterlo, l’adozione dei costi standard, spot elettorale della campagna del governatore contro gli sprechi, è stata completamente ignorata ed ora più che mai occorre applicarla”. Così i consiglieri regionali tosiani Giovanna Negro, Andrea Bassi e Maurizio Conte commentano le disparità di costi tra le diverse Ulss emerse oggi sulla stampa.
“Zaia si vanta di una sanità regionale “virtuosa” e di non far pagare l’addizionale irpef ai veneti – ricordano i tosiani – ma in compenso fa pagare tra i più alti costi per i ticket sanitari. Secondo la ricerca svolta dall’Ires del Veneto presentata dal sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil sulle entrate della sanità regionale, siamo al secondo posto nella classifica delle regioni italiane per la maggior quota sborsata dai cittadini attraverso i ticket: 181 milioni nel 2014, secondi solo alla Lombardia con oltre 234 milioni. All’ultimo posto di questa classifica c’è il Molise con soli 5 milioni versati dai cittadini per i ticket sanitari. Davanti a queste cifre è finalmente chiaro come i veneti vengano presi in giro. Se da una parte la Regione non impone il pagamento dell’Irpef dall’altra ha applicato come ha voluto la legge nazionale che permette alle Ulss di imporre il ticket ai cittadini che non rientrano nella fascia delle esenzioni per basso reddito. In questo modo il ticket sanitario, com’è oggi – proseguono i consiglieri – crea disparità sociali perché le differenze economiche si “sentono” anche tra le Ulss della nostra stessa Regione. Secondo le dichiarazioni riportate dalla stampa della ricercatrice Camilla Costa del centro studi Ires-Cgil, nel sistema veneto emergono ‘diseguaglianze eccessive e contraddizioni incomprensibili’. I ticket sono diventati un modo per ripianare i buchi di bilancio invece che coprire le effettive spese del ricorso al pronto soccorso e l’esempio più eclatante è quello dell’Ulss veneziana che ha un deficit, secondo quanto riportato dalla ricercatrice, di oltre 68 milioni in rosso che diventerebbero addirittura 79 milioni senza gli oltre 11 milioni derivati dai ticket versati dagli utenti. Davanti a tutto questo – concludono i tosiani – torniamo a chiedere con maggiore forza l’adozione dei costi standard perché non vi siano più cittadini di “serie A” e “serie B” tra le nostre province. Vedremo poi se la maggioranza smentirà ancora se stessa e la promessa elettorale di abolizione del ticket sanitario, e vedremo chi voterà a favore della nostra mozione!”
12 marzo 2016