Per il secondo anno di fila, il Veneto scende dal podio “virtuale” dei Livelli essenziali di assistenza. La classifica è teorica, considerato «il carattere non valutativo del monitoraggio», che com’era accaduto per il 2020, anche per il 2021 registra l’effetto del Covid sull’erogazione delle prestazioni sanitarie complessive. Tuttavia è un fatto che, rispetto alla narrazione pre-pandemica della Regione-benchmark – e cioè un riferimento assoluto per tutte le altre -, i parametri presi in esame risultano tutti ben sopra la sufficienza ma al di sotto di quelli rilevati in Emilia Romagna, Toscana, Trentino e Lombardia. Criticità segnalata sul fronte della sanità pubblica, per la copertura delle attività riferite al controllo delle anagrafi animali e della loro alimentazione
L’analisi condotta dal ministero della Salute si basa sul “Nuovo sistema di garanzia”, vale a dire sull’aggiornamento dello strumento in base al quale lo Stato assicura (o dovrebbe assicurare) a tutti i cittadini italiani che la somministrazione dei Lea «avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità». Al suo interno è stato individuato un sottoinsieme di 22 indicatori, utilizzato per misurare sinteticamente il livello delle prestazioni nei vari territori, raggruppati in tre macro-aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica; assistenza distrettuale; assistenza ospedaliera. Per dare un’idea di ciascuna, vengono calcolati dati come la percentuale di copertura vaccinale di base nei bambini a 24 mesi d’età, la quota di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata e il tasso di ultra 65enni con la frattura del femore che vengono operati entro due giorni in regime ordinario. Ebbene la lettura dei risultati in tutta Italia evidenzia «ancora diverse criticità attribuibili, in parte, all’evento pandemico».
LA QUOTA 60
Ad esempio nell’area Prevenzione le coperture vaccinali in età pediatrica nel 2021 non raggiungono, a livello nazionale, il valore soglia fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità pari al 95%. Nell’area Distrettuale la quantità di prestazioni in classe B garantite entro i tempi, cioè entro i dieci giorni previsti per la priorità “breve”, diminuisce in 11 regioni rispetto all’anno precedente. Nell’area ospedaliera viene riscontrato un aumento del tasso di ospedalizzazione in confronto al 2020, ma non vengono ancora raggiunti i livelli pre-Covid. Ad ogni modo il Veneto è una delle 14 realtà, insieme al Friuli Venezia Giulia, che complessivamente ottengono un punteggio superiore a 60 (e quindi alla sufficienza) in tutte e tre le macro-aree; le altre sono Piemonte, Lombardia, Trento, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata. Per contro, la Valle d’Aosta e la Calabria sono completamente insufficienti.
L’ADEMPIENZA
Per quanto riguarda il Nordest, il Veneto riscuote 84,63 punti nell’area Prevenzione; 95,60 nell’area Distrettuale; 84,85 nell’area Ospedaliera. Rispetto all’anno precedente, migliorano la prima (era 80,74) e la terza (era 79,67), mentre peggiora la seconda (era 98,37). Il risultato dell’assistenza a livello di distretto, tuttavia, resta il più alto dei tre, «ampiamente sopra la soglia di adempienza» come rimarcano gli analisti. L’unica criticità segnalata riguarda il fronte della sanità pubblica, in merito alla copertura delle attività riferite al controllo delle anagrafi animali e della loro alimentazione: questo indicatore viene infatti misurato pari a 31,86, quando invece raggiunge 100 il parametro relativo allo screening contro il tumore della cervice uterina, della mammella e del colon retto. Volendo fare una media puramente teorica dei tre macro-punteggi, il Veneto avrebbe 88,29 e verrebbe così superato dalla Lombardia (88,42), dal Trentino (89,46), dalla Toscana (91,48) e dall’Emilia Romagna (93,73). Più distanziato il Friuli Venezia Giulia con 80,98 (85,32 nell’area Prevenzione; 79,42 nella Distrettuale; 78,22 nell’Ospedaliera). Rispetto al 2020, nel 2021 il Nordest risulta in ripresa, ma non ancora sui numeri del 2018-2019, quando il Veneto era abituato a stazionare sul podio (Il Gazzettino)