di Renzo Mazzaro. Sugli appalti della sanità veneta nel mercato assicurativo: arriva come un fulmine a ciel sereno, a scardinare le certezze finora acquisite dalla giunta regionale, una ricerca commissionata dalla stessa giunta sulle polizze Rc degli ospedali veneti. L’indagine eseguita sui soldi spesi negli ultimi tre anni dalle Usl dimostra che il sistema ideato nel 2011 dagli uomini di Luca Zaia per uscire dalla gestione precedente – che per comodità chiameremo Assidoge-Galan dal nome del broker consulente unico per 15 anni dell’ex presidente – fa acqua a sua volta. Assicurare gli ospedali solo per i rischi cosiddetti catastrofali, cioè superiori a 500.000 euro di valore, tenendo in autoassicurazione, cioè a gestione diretta, quelli sotto tale soglia, ha fatto spendere 76.782.842 euro contro i 69.466.897 che sarebbero stati necessari se l’intero rischio fosse stato affidato alle compagnie.
La simulazione è stata condotta sulle 9 Usl che hanno introdotto la franchigia nel 2012-13. Se anche nel 2014 verrà mantenuta la stessa divisione del rischio, 6 di queste Usl spenderanno 36.410.796 euro contro i 30.547.796 che sborserebbero se l’intero ambaradan fosse sbolognato alle compagnie.
Una bella gatta da pelare per il segretario alla sanità Domenico Mantoan, l’uomo che ha messo a punto il marchingegno, copiandolo a quanto risulta dal Piemonte e dall’Emilia Romagna. C’è da pensare che in quelle regioni la sinistrosità sia diversa. La decisione, presa il 2 gennaio 2011, perfezionata con la delibera 573 del 10 maggio successivo e chiusa con un appalto per i sinistri catastrofali lo stesso anno, intendeva riportare sotto controllo una situazione sfuggita di mano, gestita in regime di monopolio da un consulente-broker assunto senza gara.
Ma la fortuna non ha aiutato gli audaci: l’appalto è finito subito in mano ad una compagnia italo-romena, City Insurence, priva di un patrimonio adeguato ai rischi, secondo una procura infiltrata dalla camorra e inquisita dalla Guardia di Finanza. Una fortuna, nella disgrazia: l’inchiesta penale ha consentito a Mantoan di disdire il contratto. I rischi catastrofali sono tornati in autogestione. Ad affidarli a qualche compagnia dovrà pensare adesso il nuovo broker, Willis Italia e Arena srl, vincitori in associazione della gara regionale, aggiudicata l’11 febbraio scorso. Peccato che le società seconde classificate, Assidea e Delta srl di Isernia con la milanese Assiteca, e la terza, Marsh Italia, abbiano presentato ricorsi separati al Tar, impugnando l’aggiudicazione.
Così tutto resta bloccato. Adesso arriva questo studio che sembra minare l’intero sistema. La ricerca è stata curata dal servizio di vigilanza della sanità veneta, responsabile della struttura Egidio Di Rienzo. Gli autori si guardano bene dal tirare conclusioni: si limitano a esporre grafici e tabelle. Il lavoro è durato un anno ed è appena stato consegnato all’ufficio di presidenza del Consiglio e alla giunta Zaia. Tutte le informazioni vengono dalle Usl e nessuna dalle compagnie.
Grosso limite, fa osservare qualche broker, che può inficiare perfino le conclusioni: la simulazione non si fa solo sulle somme effettivamente pagate ma anche su quelle accantonate e l’accantonamento potrebbe essere inferiore alle necessità. Ma era fatale che i dati fossero unidirezionali: «Le compagnie e il broker intermediario hanno avuto finora la disponibilità esclusiva dei dati salienti, quali quelli relativi agli importi riservati e liquidati», si legge nella relazione.
Come dire che le Usl non sanno niente: non conoscono come le compagnie gestiscono i sinistri, se liquidano i danni e per quali importi, per tacere di quanto tempo ci impiegano. Ignorano anche a quanto ammonta la provvigione del broker, calcolata con un rapporto di percentuali sul premio imponibile riconosciuto dalla compagnia all’agenzia che stipula il contratto, dove è nota la percentuale ma non il premio su cui è calcolata. È un gioco delle tre carte, completamente in mano ai privati, che lascia amplissimi margini di discrezionalità. L’unica cosa conosciuta con certezza dalle Usl sono i premi che pagano alle compagnie, con i soldi dei contribuenti.
Padova, Mestre e Verona le più denunciate
Ottanta pagine che hanno il pregio di non costare un centesimo e fotografano per la prima volta – con i limiti che comporta – la giungla inesplorata delle polizze nella sanità veneta. Spulciamo alcuni dati.
Il broker. Al 31 dicembre 2012 il broker risultava ancora Assidoge, scelto con affidamento diretto in tutte le Usl escluse solo la 5 Ovest Vicentino (broker Assidea-Delta), l’A.O. di Verona (Willis) e lo Iov di Padova (senza broker). A gennaio 2014 la situazione era mutata: molte aziende hanno rescisso il rapporto con Assidoge, che ne conserva 8. In altre è in corso una procedura selettiva per la scelta del broker. Le compagnie. Sono 6 e tutte straniere: Lloyd’s nelle Usl 2 Feltre, 15 Alta Padovana, 16 Padova, 17 Monselice, 19 Adria, 20 Verona e nell’Azienda Ospedaliera di Padova; Berkshire Hathaway per le Usl 10 Veneto Orientale, 12 Venezia-Mestre, 13 Mirano, 14 Chioggia, 18 Rovigo e 21 Legnago; Am Trust nelle Usl 3 Bassano, 7 Pieve di Soligo e 8 Asolo; Lig Insurance nelle Usl 4 Alto Vicentino, 5 Ovest Vicentino e 6 Vicenza; XL Insurance nell’Ao di Verona; Swiss Re International nell’Istituto tumori di Padova.
Sinistri denunciati. In quattro anni (2010-13) sono stati denunciati 6280 incidenti con richiesta di danni. In testa ci sono Padova, Mestre e Verona, nell’ordine. La media per Usl è di 1670 incidenti l’anno. La franchigia scatta sopra i 500.000 euro: i sinistri con richieste superiori a questa soglia sono stati 72, pari all’1,15%. Particolare: in cima a questa classifica c’è l’Usl 6 di Vicenza, che da sola nel 2013 ha causato ben 12 incidenti con danni superiori al mezzo milione di euro. Sinistri liquidati. Il rapporto tra sinistri denunciati e sinistri liquidati nel 2010 è stato di 1531 contro 674; nel 2011 di 1450 contro 589; nel 2012 di 1671 contro 390; nel 2013 di 1628 contro 130. Il numero dei liquidati decresce solo perché la denuncia è più recente. Mediamente sono stati liquidati da ogni Usl sinistri per 2.761.806 euro l’anno; se facciamo il totale, arriviamo a 67.870.640 euro nel quadriennio; aggiungendoci il riservato, cioè il denaro che va accantonato dalle compagnie, tocchiamo quota 216.069.805€. Premi. In compenso la media dei premi versati da ogni Usl alle compagnie è di 11.452.260 euro l’anno, pari a 274.854.249 nel quadriennio. Per anno: 57 milioni nel 2010, 79 milioni nel 2011, 73 milioni nel 2012, 64 milioni nel 2013 e previsione a 53 milioni per il 2014. Il trend è virtuoso ma in dissonanza con il risultato della simulazione.
Franchigia. Il cuore della ricerca è la simulazione, secondo la quale il sistema attuale imperniato sulla franchigia a 500.000 euro (l’Usl liquida direttamente gli importi inferiori, per i danni superiori subentra la polizza con la compagnia) fa spendere più di quanto accadrebbe senza le franchigia. La conclusione si ottiene confrontando le somme effettivamente spese da 9 Usl passate nel 2012-13 al sistema con franchigia, con quanto le stesse Usl hanno pagato negli anni in cui erano senza franchigia. Le Usl sono: Veneto Orientale, Alta Padovana, Padova, Monselice, Rovigo, Adria, le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona e lo Iov. Il confronto tra le cifre dimostra che si sarebbero risparmiati 7 milioni di euro. (r.m.)
Il Mattino di Padova – 22 aprile 2014