Inizio d’anno con sciopero dei medici. Dopo l’adesione del 90% dei medici ospedalieri veneti durante la mobilitazione dello scorso novembre,il 23, le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria confermano altre due giornate di sciopero nazionale di ventiquattro ore. La bocciatura della legge di bilancio 2019 è alla base della protesta che coinvolgerà il 25 gennaio tutte le sigle sindacali dei dirigenti ospedalieri eccetto i medici anestesisti e dell’area emergenza che si asterranno dal lavoro una giornata nelle prima settimana di febbraio. Vari i temi sul tavolo, ma la protesta dei medici ospedalieri si concentra sulle risposte ritenute deludenti date dalla nuova legge di Bilancio sul fronte del finanziamento del Fondo Sanitario nazionale 2019, del tournover con l’inserimento di nuove leve che dovranno sostituire i medici che andranno in pensione e sulla mancanza di una previsione di finanziamento adeguato per i contratti di specializzazione per i laureati in medicina.
LE MOTIVAZIONI. «La legge di bilancio prevede che gli specializzandi all’ultimo anno possano lavorare nei reparti, bisognerà ora capire come questo verrà attuato considerato che ci sono specializzazioni come anestesia e medicina legale che richiedono il completamento del percorso di studio prima di poter esercitare la professione, ma in ogni caso è una risposta insufficiente» spiega Adriano Benazzato, segretario veneto dell’Anaoo-Assomed. Nei prossimi cinque anni il 40% dei medici in servizio negli ospedali andrà in pensione, una situazione che in Veneto lascerà vuoti duemila posti. «La situazione rischia di diventare ancora più complessa con quota cento – prosegue il sindacalista – si teme infatti una fuga di medici che svuoterà gli ospedali». Chiedono inoltre un finanziamento adeguato per portare i contratti di specializzazione a 9.500 per anno, svuotando in questo modo il limbo formativo in cui si trovano diecimila giovani che hanno la laurea in medicina, ma non riescono ad accedere alla specializzazione. Tra le rivendicazioni il superamento del congelamento al 2016 del trattamento accessorio per il disagio lavorativo e la progressione di carriera e la difesa della libera professione intramoenia «fondamentale per garantire agli utenti la libera scelta di un professionista e per contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa». (r.ian.)
IL GAZZETTINO – Mercoledì, 02 gennaio 2019