In Veneto il dado è tratto: la Regione ha recepito con delibera la manovra sui tagli alla Sanità, inserita nel Dl Enti locali dopo un lungo braccio di ferro con il Governo. Salvati i Lea, si rimette mano alle prestazioni extra Lea, al project financing, alla specialistica ambulatoriale, alla spesa per beni e servizi e dispositivi medici. Le misure in campo. «L’efficientamento della spesa per il personale – incalza Coletto – è in atto in Veneto già da tempo, e comunque si potrà agire solo marginalmente sui costi dirigenziali, ma null’altro su tutto il resto». La spesa per l’assistenza specialistica ambulatoriale dovrà essere contratta dell’1% per il 2015. «A questo proposito – dice Coletto – siamo stati attentissimi e i nostri report ci dicono che la cifra prevista in riduzione è sostenibile. Peraltro abbiamo disposto che in ogni azienda sanitaria pubblica si preveda l’apertura al pubblico di un punto prelievi tutti i giorni della settimana, comprese le festività». I contenuti della Dgr dell’8 settembre.
Si interverrà sugli acquisti di beni e servizi e su quello dei dispositivi medici puntando ad una riduzione di spesa del 5%. Da rivedere anche i canoni dei project financing, mentre si è deciso di vietare alle Ulss ogni tipo di investimento privo di copertura finanziaria specifica con risorse derivate da quelle per i Lea. Dal primo ottobre, «e questa è una nota dolente della quale il Governo tagliatore dovrebbe vergognarsi», dice Coletto, bisognerà invece rivedere tutto il sistema dell’erogazione delle prestazioni extra Lea. Con successivo provvedimento – spiega l’assessore – definiremo comunque nuove modalità di assistenza in favore dei mutilati e invalidi di guerra, per cause di guerra e per servizio».
«Per alcune prestazioni di Medicina fisica e riabilitativa – aggiunge Coletto – abbiamo deciso di non fare un taglio orizzontale e totale, come ci veniva chiesto da Roma, ma abbiamo indicato un tetto massimo per alcune di esse, che consente di garantire comunque una cura degna di questo nome». Per le prestazioni considerate sarà prescrivibile un solo ciclo di terapia l’anno con prescrizione rilasciata esclusivamente dallo specialista fisiatra della struttura pubblica.
«Nel dover approvare questa delibera, dopo mesi e mesi di battaglia senza limiti a tutti i tavoli romani, soli o quasi – conclude Coletto – ci è venuta l’orticaria per l’ingiustizia e l’arroganza dell’imposizione arrivata da Roma, ma alla fine ciò per cui abbiamo combattuto l’abbiamo ottenuto: niente tagli alle cure davvero necessarie alla gente. Renzi è avvisato: sarà l’ultima volta. Alla prossima anche un sistema capace di dare qualità e quantità rischierà di dover iniziare il cammino verso la Grecia, dove l’approccio trasversale, insensato e ragionieristico di un governo incapace di capire le vere necessità del suo Popolo porterà tutta la sanità italiana».
I direttori generali delle Ulss dovranno rinegoziare i canoni dei project financing
di Filippo Tosatto, dal Mattino di Padova. I direttori generali delle Ulss dovranno rinegoziare i canoni dei project financing stipulati per la realizzazione di nuovi ospedali – nonché le clausole d’acquisto «in essere» di beni e servizi – con l’obiettivo di ridurre del 5% l’attuale spesa di 1,31 miliardi. Per i manager pubblici non si tratta di una facoltà ma di un obbligo, accompagnato dall’autorizzazione (non vincolante) a recedere dai contratti sottoscritti – affrontando i contenziosi del caso qualora il negoziato con i partner privati non giunga all’esito sperato. È la principale novità della manovra della Giunta Zaia che rimodula i conti della sanità del Veneto alla luce dei tagli compiuti dal Governo – 220 milioni per l’anno m corso – e lo fa attraverso l’approvazione della delibera anticipata nei contenuti dal nostro giornale. Ricapitolando, le principali sforbiciate alla spesa investono l’acquisto dei dispositivi medici (dagli stent coronarici alle protesi), gli esami di laboratorio – con riduzioni calibrate nelle singole aziende – i contratti medici ospedalieri, la spesa farmaceutica, la medicina riabilitativa (un esempio: la laserterapia sarà limitata ad un ciclo di sedute nell’arco dell’anno), la revisione al ribasso degli investimenti e dell’attività ordinaria di manutenzione, la “limatura” delle prestazioni gratuite ai cittadini stranieri, il taglio dei finanziamenti all’Arpav (da 49 a 46,55 milioni).
«Non abbiamo nemmeno sfiorato le centinaia di prestazioni previste dai Lea, i Livelli essenziali di assistenza garantiti per legge. Un miracolo, con il quale rispondiamo ai tagli orizzontali impostici dal Governo nazionale, che ha perso la faccia, e insegniamo a Roma e agli spreconi come si fa», le parole dell’assesssore alla sanità Luca Coletto. «Le prestazioni ai pazienti sono salve», ribadisce «ma la manovra alla quale Renzi ci costringe è comunque profondamente ingiusta perché impone ulteriori sacrifici ad una Regione che si è già spinta molto avanti sulla strada dell’efficientamento e della lotta agli sprechi. Si, ci hanno voluto mettere in croce, ma ce la caveremo».
Ma quali saranno gli effetti concreti dei tagli sulla tutela della salute? Le risorse per l’assistenza specialistica ambulatoriale – ad esempio – calano dell’1%: «A questo proposito siamo stati attentissimi e i nostri report ci dicono che la cifra prevista in riduzione è sostenibile. Peraltro abbiamo disposto che in ogni Ulss si preveda l’apertura al pubblico di un punto prelievi tutti i giorni della settimana, comprese le festività».
Non è tutto. Per compensare il calo di risorse disponibili sarà necessario rivedere il complesso di prestazioni extra-Lea, cioè facoltative, che finora il Veneto – a differenza delle altre regioni – ha scelto di erogare: «Putroppo è così, questa è una nota dolente della quale il Governo tagliatore dovrebbe vergognarsi», commenta Coletto «in ogni caso definiremo nuove modalità di assistenza in favore dei mutilati e invalidi di guerra, per cause di guerra e per servizio. Noi crediamo alla sanità pubblica che si prende cura di tutti e non ci arrenderemo mai alla prospettiva di un sistema di welfare fondato sulle assicurazioni private e sulla discriminazione tra ricchi e poveri nel diritto alla salute».
Il Sole 24 Ore sanità e il Mattino di Padova – 16 settembre 2015